Catalfo (Ministra Lavoro) a Paolo Crisafi presidente Re Mind: “Sono le casse e gli enti di previdenza a svolgere un ruolo importante nella gestione del patrimonio immobiliare pubblico”

AgenPress. Il Ministro al Lavoro Nunzia Catalfo rivolgendosi a Paolo Crisafi Presidente Re Mind ha detto “come sapete il Ministero del Lavoro è il soggetto vigilante, unitamente al Ministero dell’economia, sia in materia di previdenza obbligatoria di primo pilastro, pubblica e privata, sia di secondo pilastro, esercitando l’alta vigilanza sul settore della previdenza complementare.

Sono proprio le casse e gli enti di previdenza a svolgere un ruolo importante nella gestione del patrimonio immobiliare pubblico. Un asset importante che deve puntare all’obiettivo imprescindibile di auto-sostenibilità nel lungo periodo, anche a garanzia delle generazioni presenti e future.

Tenendo sempre a mente il divieto di finanziamento pubblico che la legge impone agli Enti previdenziali privati, l’attività di investimento del patrimonio a copertura degli impegni pensionistici verso i propri iscritti, certamente strumentale rispetto a quella dell’erogazione delle prestazioni pensionistiche, deve mirare, quindi, al mantenimento della predetta auto-sostenibilità di lungo periodo.

Dunque, la funzione di vigilanza statale sulla stabilità degli equilibri finanziari si affianca a quella del controllo sulla gestione del patrimonio degli Enti stessi, da improntarsi contemperando i criteri di redditività con quelli di massima prudenza.

Secondo la relazione Covip presentata a giugno di quest’anno, alla fine del 2018, le attività complessivamente detenute dalle casse ammontano, a valori di mercato, a 87 miliardi di euro, in aumento di 1,6 miliardi di euro rispetto all’anno precedente (1,9 per cento). La composizione delle attività detenute continua a caratterizzarsi per la cospicua presenza di investimenti immobiliari, che nel complesso (cespiti di proprietà, fondi immobiliari e partecipazioni in società immobiliari 16 controllate dagli enti) si attestano a 19,8 miliardi di euro (corrispondenti al 22,7 per cento del totale). Nel quinquennio 2014-2018 l’incidenza di tale componente è comunque diminuita di 3,9 punti percentuali. Va peraltro osservato che in sei casi la componente immobiliare supera il 30 per cento delle attività e in uno di questi l’incidenza è ancora superiore al 50 per cento”.

La Ministra Catalfo ha poi proseguito “Nell’ambito degli investimenti domestici, rimane predominante la componente immobiliare (18,8 miliardi di euro), seguita dai titoli di Stato (9,1 miliardi di euro); gli investimenti in titoli emessi da imprese italiane sono ancora limitati: ammontano a 4,4 miliardi di euro, il 5 per cento delle attività totali, di cui 800 milioni di euro in titoli di debito e 3,6 miliardi in titoli di capitale (che comprendono 1,1 miliardi di euro di quote della Banca d’Italia).

Oggi in un momento di complessità del comparto immobiliare è necessario che gli investimenti delle casse siano orientati ancor di più alla massima oculatezza.
Dobbiamo essere responsabili e comprendere l’importanza della stabilità a lungo termine delle casse.

Mi sono soffermata su questo aspetto perché questo confronto vede la partecipazione di lavoratori, managers ed imprenditori che si impegnano non solo nel settore della progettazione, della rigenerazione urbana, di studi di fattibilità. ma anche nel settore finanziario – bancario-assicurativo, nei fondi immobiliari, nelle società di investimento immobiliare quotate, che si rapportano con le casse previdenziali dei professionisti proprio nella gestione immobiliare. Dove ci sono anche asset consistenti, come abbiamo visto.
Ora più che mai occorre contrastare crisi e criticità creando un proficuo confronto con le rappresentanze professionali e sindacali, casse e ordini, liberi professionisti, settore privato e pubblico, aziende e Pubblica Amministrazione sui valori della sostenibilità energetica-ambientale, economica e sociale, sicurezza.

Il mio Dicastero come già detto svolge un ruolo a 360 gradi ponendo attenzione ad un settore cruciale per la ripresa economica quale quello della filiera immobiliare in una visione anche intra generazionale, in quanto è un dovere civico operare per assicurare un futuro solido alle nuove generazioni.
Prima di salutarvi credo sia doveroso informare su come stiamo operando per affrontare la crisi.
Sul versante della sburocratizzazione amministrativa la recente approvazione del decreto semplificazioni è un segno concreto dell’attenzione del governo alle istanze che le varie categorie professionali chiedevano: abbiamo operato nell’ottica della velocizzazione e sulle linearità delle procedure di accesso a gare pubbliche.

La battaglia sul lavoro si vince se puntiamo con forza sulle competenze digitali, qui è necessario un imponente investimento per far crescere e sviluppare le professioni del futuro. Questa è una priorità per noi.

Come sapete è nostra intenzione rifinanziare gli ammortizzatori sociali fino a fine anno, per questo ci sarà un nuovo decreto che li rifinanzierà.
Stiamo, logicamente operando per sostenere le imprese più in difficoltà con gli ammortizzatori ma anche far ripartire l’occupazione favorendo le assunzioni nei comparti che sono già ripartiti

Il tutto non può prescindere dall’approvazione di una legge sulla parità di genere nelle retribuzioni, sulla quale il Parlamento è già al lavoro; una seria azione di contrasto all’abuso del part-time involontario spesso imposto alle donne; la promozione di strumenti di conciliazione vita-lavoro; l’introduzione di un salario minimo legato alla contrattazione collettiva nazionale, una revisione della disciplina dello smart working, al quale durante la pandemia. È di tutta evidenza che, a causa delle esigenze di tempestività legate alla gestione dell’emergenza, non vi è stata la possibilità di disciplinare in modo espresso – tanto meno in via negoziale – aspetti di natura organizzativa, tra i quali le modalità di disconnessione. Proprio a tal fine è mia intenzione avviare un tavolo di confronto finalizzato a rivedere la disciplina del lavoro agile.

Ultimo punto che ritengo fondamentale è quello relativo alla formazione continua sia in presenza di un rapporto di lavoro – alla quale potrà contribuire il “Fondo nuove competenze” introdotto con il decreto Rilancio – sia nei periodi di transizione occupazionale, elemento al centro della riforma degli ammortizzatori sociali alla quale sto lavorando;
La pandemia ci ha mostrato come sugli ammortizzatori ci sia necessità di un riordino organico dello strumento. Dobbiamo rendere più semplice l’accesso e far attivare i lavoratori durante il periodo di cassa.
Abbiamo molto lavoro da fare e risultati importanti da raggiungere. Possiamo e dobbiamo farcela”.

 

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