AgenPress – “Nel resto del mondo nelle ultime settimane vediamo 2-3mila casi al giorno, ed è chiaro che il nostro Paese non poteva rimanere esente da questa problematica. Adesso si stanno pendendo provvedimenti per i rientri dai paesi un po’ più a rischio, e questa è una componente importante”.
Lo ha affermato il prof. Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Università di Padova, spiegando che “in Italia i casi si sono triplicati, ma originano principalmente da trasmissione endogena, e sono sicuramente importanti. L’Italia non sta in una bolla impermeabile rispetto a quanto succede del mondo”.
Crisanti si è detto in disaccordo con chi ritiene che l’epidemia stia adesso colpendo maggiormente i giovani: “se guardiamo l’analisi dell’Istat notiamo che anche nell’epidemia passata le persone avevano prevalentemente un’età tra 19 e i 50 anni, il problema è che prima arrivano alla nostra attenzione persone malate di età tra i 55 e 85 anni. Non credo che l’epidemia si sia modificata; le persone anziane stanno molto più attente e c’è molta più cura nella gestione delle case di riposo”.
“Ci sono state delle dichiarazioni, forse dettate da un eccessivo ottimismo, certo non da un’analisi approfondita, che hanno generato una falsa sicurezza, che non ha aiutato”, dice ancora. “Penso che molti di coloro che hanno fatto queste dichiarazioni – ha aggiunto – ora sono in fase di ripensamento”.
Crisanti afferma inoltre che “senza l’aiuto di tutti quanti il sistema sanitario nazionale non ce la farà a fronteggiare il virus nel caso in cui a ottobre e novembre si moltiplicassero i focolai. Senza il contributo puntuale di ognuno di noi nell’applicare comportamenti virtuosi il sistema non ce la farà. Bisogna dirlo chiaro e tondo agli italiani”.