AgenPress. L’accordo raggiunto sulla rete unica sembra non andare affatto nel senso auspicato da Fratelli d’Italia: chiedevamo una rete indipendente e di proprietà pubblica, in cui gli operatori fossero messi tutti nelle stesse condizioni per offrire servizi competitivi ai cittadini.
Al contrario ci ritroviamo una rete unificata sotto l’egida di Tim che in questa maniera acquisirà il controllo anche degli asset costruiti da Enel e CdP attraverso Open Fiber.
Si tratta di un progetto gigantesco che non sarà approvato dalle autorità regolatorie italiane e sarà bocciato dall’Europa.
Ma ancor più rilevante è il dubbio che tutto questo compulsivo gran da fare serva a frenare gli investimenti in fibra per non svalutare il valore della vecchia infrastruttura in rame. E così parlano di ritardo della fibra, promettono strade impervie per una rete moderna, ma in concreto finiremo per spendere i voucher per finanziare la vecchia infrastruttura in rame, rischiando di lasciare gli italiani nel medioevo digitale.
Il titolo Tim cresce in Borsa, anche se non nella misura attesa, festeggiano i francesi di Vivendi per questa nuova svendita della rete di telecomunicazioni: stiamo rivivendo lo stesso film del 1992, quando sul panfilo Britannia la finanza internazionale si spartiva le infrastrutture strategiche italiane.
Il Governo Conte la smetta di lavorare col favore delle tenebre, venga in Parlamento a riferire su questo nuovo Britannia che sta rifilando agli italiani: sulle infrastrutture strategiche non cederemo di un millimetro!
La rete non può trasformarsi in un tarlo capace di minare le dinamiche del processo democratico.
E’ quanto dichiara, in una nota, Giorgia Meloni.