Agenpress -“Oggi è una giornata storica. L’Italia ha assistito ad un dibattito intensissimo sulla scuola, come non era mai accaduto. La scuola è la più grande infrastruttura sociale d’Italia. 5,6 milioni di studenti ritornano oggi in classe, dopo mesi di chiusura delle attività che hanno segnato una ferita profondissima. Gli studenti hanno bisogno della relazione educativa in presenza”.
Così Camilla Sgambato, responsabile Scuola nella segreteria del PD, intervenuta ai microfoni di Radio Cusano Campus.
“Non nascondiamo le difficoltà con cui riparte la scuola, tant’è vero che 7 regioni non riaprono e anche nelle regioni che riaprono alcune scuole hanno deciso di posticipare la riapertura perché ancora non sono pronte. Tanti problemi sono stati creati negli anni precedenti, come gli 8 miliardi di tagli del governo Berlusconi che ancora pesano. Il Covid ha aggravato questi problemi strutturali. Dobbiamo evitare che le scuole possano diventare focolai, questo dobbiamo farlo anche con un patto di corresponsabilità fortissimo con le famiglie. Si è detto che i docenti non vogliano tornare a scuola, non è assolutamente così, sono i primi a voler tornare, solo che vogliono farlo in sicurezza. In caso di contagi, siamo pronti con la didattica integrata, che verrà utilizzata anche nelle scuole che non riescono ancora a garantire il distanziamento”.
Sul Mes. “Chiediamo che venga utilizzato il Mes anche per la medicina scolastica, abbiamo bisogno subito di mille medici. I 37 miliardi già pronti del Mes vanno utilizzati anche per questo, altrimenti se non rafforziamo la sicurezza sanitaria delle nostre scuole mettiamo sulle spalle dei presidi e dei docenti un ulteriore problema”.
Sull’assunzione dei docenti. “In Italia è mancata la programmazione, perché avremmo dovuto avere il concorso ogni 1, massimo 2 anni. Ora dobbiamo ritornare a pianificare per l’assunzione dei docenti, dove mancano e nelle materie in cui mancano. Abbiamo ottenuto col decreto scuola un tavolo che si occuperà soltanto della formazione e del reclutamento dei giovani docenti”.
Sul vaccino. “Ci sarà bisogno ancora di mesi per fare tutti i test, difficile rendere il vaccino anti-covid immediatamente obbligatorio, ma certamente una volta testato non sarebbe sbagliato renderlo obbligatorio. Intanto io renderei obbligatorio quello influenzale per evitare che i sintomi di un’influenza normale vengano confusi con quelli del covid. Sicuramente va bene l’obbligatorietà del test sierologico ai docenti”.