AgenPress – L’aumento di stipendio per Pasquale Tridico sarebbe stato fissato dalla “legge istitutiva di Reddito di cittadinanza e Quota 100, la 26 del 2019”, che “prevede che le retribuzioni siano fissate con decreto del ministro del Lavoro”. In una nota “dell’allora capogabinetto di Di Maio, Vito Cozzoli – ora presidente di Sport e Salute, spa del ministero dell’Economia – datata 12 giugno 2019”, si parla già di cifre: 150mila euro al presidente, 100mila euro al vicepresidente e 23mila euro ai tre consiglieri dei due consigli di amministrazione ancora da nominare”.
“La nota era indirizzata alla Direzione generale per le politiche previdenziali dello stesso ministero del Lavoro e per conoscenza al premier, al ministro del Tesoro Giovanni Tria e al Ragioniere dello Stato Biagio Mazzotta – sottolinea Repubblica – e si chiedeva una ‘valutazione definitiva di congruenza degli importi’ ai fini ‘della predisposizione del decreto del ministero del Lavoro’ che doveva ratificare le cifre”.
Secondo Repubblica, quindi, Di Maio sarebbe stato a conoscenza della decisione, eccome. Di più, l’avrebbe avallata lui, quando era vicepremier, ministro del Lavoro e leader del Movimento 5 Stelle.
Ma il diretto interessato dalle pagine della Stampa si difende, “infangano me per colpire il governo. Sono sconvolto, mi stanno infangando. Finora mi hanno colpito per la mia attività professionale, adesso invece mi attaccano anche sul piano personale e questo mi ferisce e mi addolora”. Lo fanno, secondo lui, perché “l’Inps è sempre stato un Istituto molto politicizzato e vedo che si tende a sovrapporre la sua attività a quella dell’esecutivo”: dunque “attaccano me per attaccare il governo, è esattamente quello che penso. Nello Stato i dirigenti di seconda fascia prendono 150 mila euro, quelli di prima fascia 200 mila. Il presidente dell’Inps, fino adesso, 60 mila euro, ma di che cosa stiamo parlando? Perché se il presidente dell’Istat prende 240 mila euro non si scandalizza nessuno?” aggiunge facendo riferimento a Gian Carlo Blangiardo.
Tridico si rivolge all’autore di un articolo nel quale il presidente Inps intravede inesattezze e che ruoterebbe intorno a due falsi:. “Per effetto del decreto interministeriale che stabilisce i compensi del Cda di Inps (e Inail), al sottoscritto sarebbe riconosciuto un arretrato di 100mila euro. Questo il primo falso – scrive -. La realtà invece è che la nuova misura del compenso previsto per il presidente dell’Istituto decorrerà non da maggio 2019, bensì dal 15 aprile 2020, vale a dire da quando si è insediato il Cda e ne ho assunto la carica di presidente”.
“Il secondo falso – aggiunge – è che non è nei poteri del presidente o di qualsiasi altro organo dell’istituto determinarsi i compensi”.
Il quotidiano replica spiegando che l’articolo “riporta fedelmente il contenuto di atti ufficiali quale un decreto interministeriale che aumenta i compensi… dalla data di nomina del presidente e scritto in modo da autorizzare il riconoscimento degli arretrati”.