AgenPress. Il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, deputato di FDI, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus.
Sull’ascesa di Fdi. “Con FDI abbiamo voluto fare un partito radicato sul territorio, fatto di amministratori, fatto di sentimenti, all’insegna della realtà e della coerenza, cose che vengono declamate da tutti i partiti ma che poi difficilmente vengono praticate. I cittadini italiani hanno potuto riscontrare che c’è stata una continuità e la capacità di rispettare gli impegni che abbiamo preso. Speriamo di essere all’altezza e di poter resistere, perché la politica è piena di tranelli e di trabocchetti. Ora i sondaggi ci danno ragione, ma all’inizio abbiamo pagato il prezzo della nostra coerenza. Il nostro tratto distintivo è soprattutto nei confronti del PD e del M5S, non degli altri partiti di centrodestra. La Lega ha avuto una parentesi con il tentativo di fare un governo del M5S, noi non li abbiamo seguiti, ma non si può certo dire che la Lega sia assimilabile con le bugie e le giravolte di PD e M5S, quindi il paragone va fatto con i nostri avversari non con i nostri alleati”.
Sul reddito di cittadinanza. “La Lega sul reddito di cittadinanza ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco, il reddito di cittadinanza rimane una bandiera del M5S. La Lega sarebbe d’accordo con la nostra soluzione: dare quei soldi alle imprese per formare per 3 anni a carico dello Stato delle persone disoccupate, che poi l’azienda deciderà se assumere. Se poi al terzo anno si dovesse interrompere questo rapporto di lavoro, comunque chi esce da quel circuito avrà imparato un mestiere, avrà un’esperienza alle spalle”.
Sul Recovery Fund. “La preoccupazione è sempre la stessa, cioè che i soldi non vengano sprecati come in passato in marchette, in operazioni che vogliono rassicurare settori della società uno per uno lasciando inevitabilmente qualcuno fuori. Bisognerebbe utilizzare i fondi europei per creare ricchezza, per sviluppare e far crescere il nostro sistema produttivo, creando infrastrutture, una rete di infrastrutture efficace al sud. Il Ponte sullo Stretto di Messina è fondamentale, bisogna collegare la Sicilia e la Calabria. Il problema non è interrompere la Torino-Lione, il problema è portare l’alta velocità anche al sud”.
Sulle elezioni a Roma. “Sicuramente FDI è attrezzata, è dotata di una sua classe dirigente, ha persone di qualità che associano l’onestà alla competenza. Stiamo cercando già ora di mettere a disposizione queste conoscenze per far rinascere la capitale. Ma non basta un sindaco, il problema di Roma è un problema più serio. Noi siamo l’unico Stato europeo che non valorizza la propria capitale. Roma deve competere con le altre capitali europee, non con Milano e Torino. Questo scoglio l’abbiamo già affrontato con la Lega, nel programma del 2018 c’è un capitolo dedicato a questo in cui si dice che Roma deve avere gli stessi standard qualitativi delle altre capitali europee. La Lega non è più quella secessionista di Bossi, quindi credo che su questi temi la si possa coinvolgere in maniera adeguata. Morassut ha proposto un referendum ai romani sui poteri speciali, io non sono d’accordo perché non bisogna provincializzare il dibattito. Tutte le nazioni del mondo investono sulle capitali per farle diventare un volano per l’economia. Che senso ha che uno che sta nel Pd e che esprime il governatore del Lazio, i ministri di economia e infrastrutture, chieda un referendum? Ha tutti gli strumenti per farsi dare questi poteri speciali”.