AgenPress. “Serve citare Giovenale, ‘Quis custodiet ipsos custodes?, per esprimere tutto il mio disappunto sullo scandalo Wirecard. Paradossalmente la Germania, che agli occhi del mondo è rappresentata come modello di efficienza e rigore, troppo spesso invece si rivela essere il centro di enormi scandali; da Siemens a Volkswagen, dai crediti d’imposta sui dividenti incassati due volte, alla manipolazione libor e i derivati opachi, questi ultimi ‘grazie’ alla Deutsche Bank.
Questa volta però si va a minare profondamente la fiducia di tutto il comparto relativo alle carte di pagamento, comprese le prepagate, notoriamente utilizzate dai più giovani e dagli economicamente parlando più deboli, proprio nel momento in cui si vuolesempre più imporre il non uso del contante. In Italia e in molti altri Paesi Ue, alcuni circuiti di popolari carte di credito che si affidavano come server a Wirecard, non hanno funzionato per giorni creando non pochi problemi in regime di piena emergenza Covid con il risultato che moltissimi utenti non sono riusciti neanche a fare la spesa.
La stessa Bce nel gennaio 2020 ha sconsigliato l’abolizione e la limitazione dell’uso del cash poiché avrebbe messo a disagio le fasce più deboli della popolazione e ribadendo la sua insostituibile funzione legale; la problematica diventa ancora maggiore se, chi è autorizzato a gestire tali strumenti alternativi al contante, non è a sua volta controllato puntualmente del suo operato. Si legge sui media internazionali che vi sono stati conflitti d’interesse macroscopici fra dipendenti di Bafin, organo tedesco deputato al controllo, e trading sul titolo stesso Wirecard, generando sconforto e il più che legittimo sospetto che chi doveva controllare aveva entrambi gli occhi chiusi.
Quale ruolo hanno svolto i revisori e le Agenzie di Rating che certificano i bilanci delle società quotate? Anche loro ‘distratti’? Non dimentichiamo inoltre che Wirecard è anche in possesso di una licenza bancaria e quindi è ulteriormente soggetta, ed era soggetta, alla rigida vigilanza prevista per gli Istituti di credito. È puntualmente avvenuta come per le altre banche? Si chiede pertanto, per recuperare un minimo di fiducia e credibilità fra i cittadini europei, che le istituzioni europee si attivino rapidamente e senza ombre nel verificare e censurare ciò che le autorità preposte fino a ora non sono riuscite a fare o non hanno voluto fare. Altrimenti poi non bisogna lamentarsi se i cittadini continueranno a voler utilizzare il contante e mettere i propri risparmi guadagnati onestamente sotto i più sicuri materassi”.
Così Antonio Maria Rinaldi, europarlamentare della Lega, nel suo intervento nel corso della sessione plenaria del Parlamento Europeo.