AgenPress. Fa ridere che i sindaci del Pd e renziani invochino il MES per la sanità quando siamo di fronte al l’incapacità delle regioni di utilizzare risorse e apparecchiature già a disposizione.
È vergognosa e sciacallesca la campagna pro-Mes portata avanti da chi – politici, economisti, opinionisti – per anni ha proposto e attuato i tagli dello stato sociale e della sanità che ricordiamo erano costantemente raccomandati da Commissione Europea e Bce. Purtroppo su questo argomento lo stesso elettorato di sinistra tende a fare propria la parola d’ordine essendo abituato a ragionare sempre secondo la logica barbara del bipolarismo: se Salvini è per il no vuol dire che il Mes va bene.
A questo coro si aggiungono come pappagalli i sindaci con argomentazioni risibili. Persino insospettabili come il ministro Gualtieri e D’Alema hanno chiarito che col MES non si fanno spese aggiuntive e investimenti. I btp settennali sono al 0,35% e non si vede perché infilarsi nelle forche caudine del Mes su cui molti parlano e pochi studiano.
Se oggi le Regioni sono di nuovo impreparate sul piano sanitario lo dobbiamo al fallimento del federalismo eccessivo che è stato introdotto in Costituzione nel 2001 per iniziativa degli stessi che oggi invocano il Mes.
Usare i morti di covid per imporre il Mes è un’operazione cinica. Piuttosto si faccia la patrimoniale a partire da 1 milione di euro che potrebbe portare risorse aggiuntive, senza nuovo debito e condizionalità, per 177 miliardi e finanziare le misure sociali per fronteggiare la crisi. È singolare poi che dei sindaci non chiedano di rimuovere in via definitiva i vincoli del patto di stabilità per comuni e regioni.
Maurizio Acerbo, segretario nazionale Rifondazione Comunista – Sinistra Europea.