AgenPress. Il Governo ha pubblicato oggi le Faq sulla misure restrittive adottato dal Dpcm del 3 novembre.
“Al di là del ritardo con il quale si spiega al cittadino cosa esattamente può o non può fare, mettiamo in guardia il consumatore che abita nelle zone rosse. Stando alle Faq appena pubblicate, infatti, cambia il significato di situazioni di necessità e viene di fatto equiparato a quelle di assoluta urgenza. Per le zone rosse, infatti, gli spostamenti, nonostante il Dpcm 3 novembre li consenta per situazioni di necessità, sono diventati rigidi come nella fase più critica, ossia quando il Dpcm del 22 marzo tolse quel motivo per giustificare gli spostamenti consentendoli solo per comprovate esigenze lavorative, assoluta urgenza e per motivi di salute” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
Infatti, alla domanda: “È possibile fare la spesa in un comune diverso da quello in cui si abita?”
La risposta oggi pubblicata è: “È possibile spostarsi in altri comuni solo ed esclusivamente per comprovate esigenze lavorative, di necessità o per motivi di salute. Laddove quindi il comune non disponga di punti vendita, o sia necessario acquistare con urgenza generi di prima necessità non reperibili nel comune di residenza o domicilio, lo spostamento è consentito solo entro tali stretti limiti, che dovranno essere autocertificati”.
“Insomma, se un bene è venduto nel proprio comune, non si può più uscire. Vietato, quindi anche andare al supermercato dove siamo soliti fare acquisti, anche se è il punto di vendita più vicino a casa, ma è in un comune limitrofo, magari a 100 metri dalla nostra abitazione. Un lockdown ancora più stringente rispetto al passato” prosegue Dona.
Infatti, nelle Faq del 23 marzo, alla domanda: È obbligatorio fare la spesa nel proprio comune di residenza o è possibile farla anche nel Comune limitrofo?”
La risposta era: “No, ma si deve fare la spesa nel posto più vicino possibile a casa o, per chi non lavora a casa, al luogo di lavoro. Infatti, gli spostamenti devono essere limitati allo stretto necessario sia tra Comuni limitrofi che all’interno dello stesso Comune….. Per questa ragione la spesa è fatta di regola nel proprio Comune, dal momento che questo dovrebbe garantire la riduzione degli spostamenti al minimo indispensabile. Qualora ciò non sia possibile (ad esempio perché il Comune non ha punti vendita), o sia necessario acquistare con urgenza un bene non reperibile nel Comune di residenza o domicilio, o, ancora, il punto vendita più vicino a casa propria si trovi effettivamente nel Comune limitrofo, lo spostamento è consentito solo entro tali stretti limiti, che dovranno essere autocertificati”.
“Invitiamo il Governo a fare chiarezza, dato che la situazione di necessità non può diventare più stringente dell’assoluta urgenza. Si tratta di Faq contraddittorie rispetto a quanto previsto nei Dpcm” conclude Dona.