AgenPress. La sparizione di Saman Abbas ha riaperto molti interrogativi sulla protezione delle donne rispetto alle scelte religiose imposte dalle famiglie immigrate in Europa, spesso in violazione degli ordinamenti nazionali. Pratiche arcaiche e tribali si stanno infatti diffondendo nelle nostre società fra silenzi, mancate denunce e omissioni.
È ancora vivo, solo per citare i casi in Italia, il ricordo di Hina Saleem e Sanaa Dafani, 20 e 18 anni, uccise dal padre rispettivamente nel 2006 e nel 2009 perché desideravano vivere all’occidentale, e di Sana Cheema, 25 anni, del cui omicidio, avvenuto nel 2018, sono accusati il padre e il fratello, che volevano costringerla a un matrimonio combinato in Pakistan. Purtroppo questi tragici eventi non paiono destare sufficienti reazioni nelle istituzioni, nella politica e nell’opinione pubblica.
Per questo ho presentato un’interrogazione alla Commissione europea, sollecitando maggiore vigilanza, anche all’interno delle politiche di genere, sulle imposizioni religiose, un pericolo che le sinistre fanno finta di non vedere per non dover prendere atto che l’approccio ‘buonista’ nei confronti del fenomeno migratorio rappresenta un rischio anche per le conquiste femminili nella civile Europa”.
Così, in una nota, l’eurodeputata Isabella Tovaglieri, componente della commissione Femm del Parlamento europeo, prima firmataria di un’interrogazione alla Commissione europea, sottoscritta anche dal capo delegazione della Lega Marco Campomenosi, dal presidente del gruppo ID Marco Zanni e da Simona Baldassarre, componente della Commissione Femm.