AgenPress. “Si stima che in Italia manchi circa il 30% di medici d’urgenza rispetto alle reali necessità”. E’ quanto ha affermato il Dott. Beniamino Susi, Consigliere nazionale SIMEU (Società Italiana della medicina di emergenza-urgenza) e responsabile dei rapporti con le Regioni, è intervenuto nella trasmissione “Una Mela al giorno” condotto da Roberta Sias su Cusano Italia Tv.
“Non si può colmare la carenza di medici d’urgenza pescando operatori a caso dalle cooperative di cui non conosciamo esperienza, formazione e livello di riposo –ha dichiarato Susi-. Le cooperative non sono obiettivamente molto diverse dalle agenzie cui rivolgersi, ad esempio, per usufruire del servizio di badanti e/o baby sitter e assicurano in quelle ore e in quella struttura la copertura del turno, senza troppo badare al tipo di professionista disponibile. Che sia il dottor X o il dottor Y, quale ne sia l’esperienza, la formazione e anche il livello di riposo, poco importa. Si rende un servizio nelle ore indicate. E questa è la via più comoda per ovviare ad un problema immediato e serio, ma è una scelta non scevra di criticità sia economiche che organizzative, oltre che cliniche e non ultime rispetto quanto legato alla sicurezza”.
“Non c’è stata una soluzione politica, è stato lasciato un buco da far risolvere alle Regioni e alle aziende: ognuno ricorre alla via più facile –ha aggiunto Susi-. La nostra categoria è stata la prima porta di accesso, il primo muro contro il Covid 19. Ci ritroviamo esposti a ogni forma di pericolo senza una protezione: prima il posto di polizia era h 24, ora è molto difficile averlo anche dalle 8 alle 14. Di notte siamo abbandonati a noi stessi. Per non parlare delle denunce contro operatori del servizio, per molte persone diventa una bancomat l ‘azienda sanitaria, ed essere soggetti a procedimenti di 10-15 anni, per poi essere assolti è pesante”.