AgenPress – Gli Stati Uniti hanno annunciato il boicottaggio diplomatico delle Olimpiadi invernali del 2022 a Pechino, in Cina.
La Casa Bianca ha affermato che nessuna delegazione ufficiale sarà inviata ai Giochi a causa delle preoccupazioni sulla situazione dei diritti umani in Cina.
Ma ha detto che gli atleti statunitensi potrebbero partecipare e avrebbero il pieno sostegno del governo.
La mossa del presidente americano, infatti, dovrebbe aprire la porta a decisioni simili da parte di altri Paesi, a partire dall’Australia e dal Regno Unito. L’annuncio di Washington era nell’aria da tempo, viste le pressioni di molti ambienti fuori e dentro il Congresso per l’adozione di una linea dura che mandi alla Cina un chiaro messaggio sul fronte della difesa dei diritti umani nel Tibet, ad Hong Kong e nello Xinjiang.
Pechino è infatti accusata di soffocare la voce degli oppositori e di violare le libertà delle minoranze religiose come quella degli uiguri, perseguitata e oggetto di torture e violenze.
La presidente della Camera dei rappresentanti democratica, Nancy Pelosi, ha affermato di aver applaudito la decisione dell’amministrazione.
“Mentre dobbiamo sostenere e celebrare i nostri atleti, l’America – e il mondo – non possono dare il nostro imprimatur ufficiale a questi giochi o procedere come se non ci fosse nulla di sbagliato nel tenere le Olimpiadi in un paese che perpetra genocidio e violazioni di massa dei diritti umani”.
Gli Stati Uniti hanno accusato la Cina di genocidio nei confronti degli uiguri, una minoranza musulmana che vive principalmente nella regione autonoma dello Xinjiang.
Le tensioni sono aumentate anche sul modo in cui la Cina ha agito per reprimere le libertà politiche a Hong Kong.
Una situazione, quest’ultima, che la Casa Bianca ha definito senza giri di parole “genocidio”. La risposta del ministero degli Esteri cinese, che ha sempre respinto ogni intrusione nei suoi affari interni, era già arrivata prima dell’annuncio della Casa Bianca, quando già circolavano le indiscrezioni su una decisione imminente:
“Se gli Stati Uniti insistono nell’andare sulla propria strada adotteremo sicuramente contromisure risolute. Le Olimpiadi Invernali non possono essere il palcoscenico per una provocazione politica”, ha affermato il portavoce Zaho Lijian.
“Sarebbe una grave macchia per lo spirito della Carta Olimpica e una grave offesa per un miliardo e mezzo di cinesi”. Per quanto simbolica, dunque, la decisione del boicottaggio diplomatico rischia di essere la pietra tombale sul tentativo di disgelo avviato due settimane fa nel corso del summit virtuale tra Biden e Xi Jinping, con l’obiettivo di riportare i rapporti tra le due superpotenze economiche e militari su binari che evitino un conflitto.
Il no alle Olimpiadi di Pechino da parte degli Usa, pur salvaguardando la partecipazione degli atleti americani, si andrebbe infatti ad aggiungere alle tensioni legate alla questione Taiwan. Con quest’ultima, a differenza della Cina, invitata alla Conferenza per la democrazia convocata da Biden per i prossimi giorni.