AgenPress – “Si tratta di pratiche sempre più inaccettabili per la crudeltà gratuita fatta verso questi animali. Pratiche che possono anche essere secolari ma che non hanno più ragione d’essere: non è una questione di andare contro le tradizioni ma di guardare avanti e non indietro. Essere europei ed essere liberali significa anche, sempre di più, fare politiche che mantengano l’equilibrio tra l’uomo e la natura”.
Lo dice il segretario di +Europa e sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, chiedendo di fermare il prelievo e il commercio delle pinne di squalo all’interno dei confini Ue.
+ Europa nel corso di una conferenza stampa insieme al Partito Animalista italiano, ha rilanciato l’ICE, l’iniziativa legislativa dei cittadini europei, “Stop Finning – Stop the trade” per modificare il Regolamento n. 65/2013 del Parlamento Europeo “affinché vengano posti limiti concreti a questo tipo di pesca non sostenibile e non rispettoso del benessere animale: in Europa infatti è consentita la pesca di milioni di esemplari di squalo ogni anno, a cui vengono tagliate le pinne per poi essere rigettati in mare e abbandonati ad una lunga agonia che li conduce alla morte. L’iniziativa ha già raggiunto il milione di firme e ci sarà tempo fino a fine gennaio per poter sottoscrivere l’ICE”.
“Le attività legate alle risorse marine e costiere – ha spiegato Manuela Zambrano della segreteria di +Europa – rappresentano circa il 5% del PIL mondiale. Dagli oceani peraltro dipendono 3 miliardi di persone come risorsa primaria di proteine. Questo è il senso dell’importanza fondamentale degli oceani, non soltanto per il loro valore simbolico, ma per la garanzia di sostentamento di tante comunità nel mondo”, aggiunge Zambrano.
“+Europa ha aderito a questa battaglia di cittadinanza europea innanzitutto per lo strumento di partecipazione dal basso dei cittadini – ha proseguito Bruno Gambardella, membro della direzione nazionale di +Europa -. E poi anche per il tema: per chi come noi sogna, lotta, combatte per gli Stati Uniti d’Europa, per una transizione ecologica, per un’Europa dove l’equilibrio tra le varie specie viventi sia rispettato, e per chi si riconosce nell’ambientalismo liberale e pensa che il rispetto di tutte le specie debba essere tutelato dalle autorità internazionali”.