AgenPress – “L’Europa era all’inizio molto cauta, in particolare i Paesi più colpiti, nel disegnare le sanzioni. Ma questo era solo all’inizio. Poi ci si è resi conto che tipo di catastrofe si stava creando. E lì non ci sono state più esitazioni, l’avete visto anche nel vostro Presidente del Consiglio. Non ci sono state più esitazioni, siamo andati dritti e abbiamo fatto moltissimo. Possiamo fare di più? Certo che possiamo fare di più. Lo faremo? Certo. Quando? Bisogna definire il quando e il come. E questo è un altro degli argomenti che devono essere discussi nei giorni futuri, anche al prossimo Consiglio europeo”. Lo ha detto il premier Mario Draghi nelle repliche al dibattito alla Camera in vista del Consiglio Ue.
“L’Ue ha fatto quello che si poteva fare non ci sono stati contrasti nel decidere la politica da perseguire. L’Europa era molto cauta nel disegnare le sanzioni poi ci si è resi conto del tipo di catastrofe e non ci sono state esitazioni, certo che possiamo di più e lo faremo. Quanto? Dobbiamo definire il quando e come. La bussola strategica è un primo passo. L’Unione spende tre volte quanto spende la Russia per la difesa, quello che serve è una difesa coordinata”. Lo afferma il premier Mario Draghi.
“La Bussola è un primo, ma piccolo passo. Non è un grosso passo. Il numero di 5 mila venne fuori circa un anno fa e ci fu un po’ di delusione quando quel numero venne fuori – ha spiegato il premier -. Il nostro Presidente della Repubblica era ministro della Difesa all’inizio degli anni 2000 e mi disse che all’epoca si parlava di una forza di 150.000. Quindi, ci sono delle sproporzioni.
Sì, è un bel primo passo, ma un piccolo, piccolo passo, sono d’accordo con lei. Per quanto riguarda la creazione di un esercito europeo o di una difesa europea: chiamiamolo come vogliamo, ma ci vuole una difesa coordinata – ha spiegato -. Come ho detto, l’Unione Europea oggi spende tre volte quello che spende la Russia in difesa, quindi la spesa è importante perché bisogna adeguare questi investimenti dal punto di vista soprattutto tecnologico. Ma il compito più difficile è quello del coordinamento: coordinamento non solo della produzione, prima di tutto, della localizzazione degli impianti. Queste sono grossissime difficoltà di tipo logistico, ma solo quando avremo risolto questo potremo parlare di difesa europea”.