I Partiti sono stati sostituiti da movimenti guidati dai leaders, veri detentori di tutti i poteri decisionali. Gli organismi sono stati fagocitati e svuotati
AgenPress. “Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale”. Così recita l’art.49 della Costituzione. Il legislatore è inadempiente perché avrebbe dovuto con legge ordinaria attuare il principio costituzionale.
I Partiti pur in assenza della norma che ne disciplinasse la vita, sono esistiti fino al 1994, quando sono stati abbattuti dal nuovo sistema elettorale, che ha eliminato il proporzionale e le preferenze.
I Partiti sono stati sostituiti da movimenti guidati dai leaders, veri detentori di tutti i poteri decisionali. Gli organismi sono stati fagocitati e svuotati. Nelle elezioni in quasi tutti i simboli viene riportato il nome del capo. I programmi sono quelli declamati dal capo non nei congressi, ma nelle adunate festose e plaudenti.
Il passaggio dalla democrazia all’autarchia è un tragitto pericolosamente breve. Non ci sono più congressi a nessun livello. I progetti sono quelli propinati dal capo, accettati in un clima di entusiastico affidamento di una delega in bianco.
Nasce il salvatore, arretra la cultura, sbiadisce l’apporto delle energie: la elaborazione del pensiero omologata a quello dominante. Una libertà formale, una democrazia privata dal suo vigore originario.
Le istituzioni di democrazia rappresentativa, affievolite nelle loro funzioni, lasciano spazi enormi a poteri sempre più forti, che impongono le loro scelte a un mondo di pseudo politici narcisi e incolori.
Allora se i Partiti, che avrebbero dovuto concorrere con metodo democratico a determinare la politica non ci sono più, sostituiti da associazioni dove regna la dittatura del capo che nomina, revoca, decide senza il filtro di organismi democraticamente eletti, allora si è fuori dalla Costituzione.
Ecco perché la prossima legislatura deve essere costituente per ripristinare le garanzie democratiche, demolite dalla rivoluzione dei primi anni 90 di alcuni Procuratori che colpirono una grande storia e non coloro che l’avevano oltraggiata.
Mario Tassone