AgenPress. “Nella generale vacuità delle parole spese sull’immigrazione, emergono alcune inaspettate e dense invece di significato dal capogruppo Ppe Weber, tedesco, che cito testualmente: ‘se non si riesce a distinguere tra migranti illegali, richiedenti asilo e rifugiati allora non si riesce ad aiutare chi ha davvero bisogno.
Penso sia necessario proteggere le frontiere, uno Stato deve poter decidere chi arriva e chi non è il benvenuto in Ue”. Avrei potuto dirle io. Per aiutare chi ha davvero bisogno e difendere i confini c’è un’unica soluzione, che il Ppe però non sostiene: creare centri di identificazione in Africa, con gestione e personale dell’Ue.
Ciò consentirebbe di rispettare il diritto internazionale e comunitario, eliminare fattori di attrazione alla migrazione illegale e aprire le porte a una definizione condivisa del problema a livello Ue. Troppi i fallimenti europei finora, la richiesta congiunta di Malta, Cipro, Grecia e Italia, paesi di primo ingresso, lo testimonia. Numeri spaventosi di arrivi, spesso tragedie in mare. Per una volta, il Parlamento dia seguito alle parole del capogruppo Ppe con i fatti. Rendiamo certi i rimpatri, definiamo normativamente il modus operandi delle Ong, in troppi casi conniventi con i trafficanti come evidenzia Frontex.
Trasparenza e responsabilità dello Stato battente bandiera, per gli sbarchi, devono essere le parole d’ordine. Per trovare una soluzione europea su asilo e immigrazione dovreste solo ascoltarci. Perché noi, che viviamo il problema sulla nostra pelle, abbiamo le idee molto chiare”.
Così Annalisa Tardino, europarlamentare della Lega, nel suo intervento durante la sessione plenaria del Parlamento Europeo.