AgenPress – “Cerchiamo di capire come aiutarli. Negli ospedali hanno bisogno di protesi. In treno ho visto i ragazzini che partivano per il fronte: salutavano le mamme e poi pensavano al viaggio”.
Lo dice al Corriere della Sera il leader di Azione Carlo Calenda, in visita a Kiev. Quello ucraino è un popolo che va in guerra e la combatte e che non intende arrendersi, Bisogna capire “che qui resta vivo il trauma dei crimini commessi dalla Russia sovietica. Oltre 5 milioni di morti tra Holodomor, la grande fame, e le grandi purghe contro i dissidenti. I russi rappresentano la memoria di quegli orrori e gli ucraini non smetteranno di lottare sino a quando non li avranno cacciati dal loro territorio”.
Secondo Calenda, Conte, che parla della necessità di garantire le minoranze russofone “non conosce l’Ucraina, qui tantissimi sono russofoni e sono contro l’invasione russa. Nel suo saggio del luglio del 2021 Putin parlava del Donbass come Hitler nel Mein Kampf descriveva lo spazio vitale germanico”.