AgenPress – “Il possesso di armi atomiche è immorale poiché – come osservava Giovanni XXIII – se è difficile persuadersi che vi siano persone capaci di assumersi la responsabilità delle distruzioni e dei dolori che una guerra causerebbe, non è escluso che un fatto imprevedibile ed incontrollabile possa far scoccare la scintilla che metta in moto l’apparato bellico”.
Lo ha ribadito il Papa nel discorso al Corpo diplomatico, in cui ha citato il 60° anniversario della Pacem in terris di San Giovanni XXIII e ha fatto notare che “ancora oggi la minaccia nucleare viene evocata, gettando il mondo nella paura e nell’angoscia”. “Sotto la minaccia di armi nucleari siamo tutti sempre perdenti, tutti!”, ha esclamato Francesco, secondo il quale “particolare preoccupazione desta lo stallo dei negoziati circa il riavvio del Piano d’azione congiunto globale, meglio noto come Accordo sul nucleare iraniano”.
“Occorre scardinare” la logica del riarmo “e procedere sulla via di un disarmo integrale, poiché nessuna pace è possibile laddove dilagano strumenti di morte” Francesco ha detto che “la pace è possibile alla luce di quattro beni fondamentali: la verità, la giustizia, la solidarietà e la libertà. Sono questi i capisaldi che regolano sia i rapporti fra i singoli esseri umani che quelli fra le comunità politiche”.
“Auspico che si possa arrivare al più presto ad una soluzione concreta per garantire un avvenire più sicuro”, l’appello del Papa: “Oggi è in corso la terza guerra mondiale di un mondo globalizzato, dove i conflitti interessano direttamente solo alcune aree del pianeta, ma nella sostanza coinvolgono tutti”.
“L’esempio più vicino e recente è proprio la guerra in Ucraina, con il suo strascico di morte e distruzione; con gli attacchi alle infrastrutture civili che portano le persone a perdere la vita non solo a causa degli ordigni e delle violenze, ma anche di fame e di freddo”, il riferimento al tragico scenario odierno. Poi la citazione della Gaudium et spes: “Ogni atto di guerra, che mira indiscriminatamente alla distruzione di intere città o di vaste regioni e dei loro abitanti, è delitto contro Dio e contro la stessa umanità e va condannato con fermezza e senza esitazione”.
“Non dobbiamo dimenticare poi che la guerra colpisce particolarmente le persone più fragili – i bambini, gli anziani, i disabili – e lacera indelebilmente le famiglie”, ha proseguito il Papa rinnovando il suo appello a “far cessare immediatamente questo conflitto insensato, i cui effetti interessano intere regioni, anche fuori dall’Europa a causa delle ripercussioni che esso ha in campo energetico e nell’ambito della produzione alimentare, soprattutto in Africa ed in Medio Oriente”.