AgenPress – La proposta di Valditara è piaciuta ai presidi, secondo cui aumentare gli stipendi al personale scolastico che vive al nord “è una misura abbastanza sensata”. Lo ha dichiarato Mario Rusconi, a capo dei presidi di Anp di Roma. Quanto all’ingresso dei privati nella scuola, “già questo avviene, soprattutto alle superiori e alle tecniche professionali. Bisogna vedere le condizioni in cui il privato entra, ma le scuole hanno bisogno di fondi, le risorse a disposizione degli enti locali non sono molte. E le scuole dovrebbero avere lo statuto di Fondazioni per avere celerità nello svolgimento dei lavori e risparmio nei costi”.
I sindacati però non sembrano d’accordo con la proposta e contestano l’idea di salari differenziati per Regione. Il segretario Flc Cgil Francesco Sinopoli la definisce “strampalata”, aggiunge che “ci riporta indietro di 50 anni, alle gabbie salariali” e chiarisce: “Semmai c’è un problema che riguarda tutto il personale della scuola: il ministro dovrebbe far finanziare il contratto collettivo che ora vede zero risorse. Il combinato disposto tra ingresso dei privati e disarticolazione del sistema contrattuale è la distruzione della scuola pubblica, la cosa peggiore che si possa fare”. E avverte: “Siamo pronti a mettere in campo ogni mobilitazione se questa sarà confermata come proposta”.
Anche il segretario nazionale Cgil Maurizio Landini va all’attacco e dice: “Credo che tornare a una differenziazione di gabbie salariali come cinquant’anni fa sia una follia, il nostro Paese è già abbastanza diviso e non ha bisogno di aumentare le divisioni. Penso che il ministro, anziché fare dichiarazioni che ci portano indietro di cinquant’anni, dovrebbe prosi il problema di come affrontare la situazione”.
Contraria anche la Cisl Scuola, con la segretaria Ivana Barbacci che spiega: “Va fatto salvo il contratto nazionale ma già oggi le Regioni possono assegnare alle scuole risorse per il personale. Noi siamo drasticamente contrari all’autonomia differenziata: il contratto nazionale e il sistema di istruzione devono rimanere nazionali, ma le Regioni, già oggi a normativa invariata, possono sostenere le scuole in particolari progetti, fornendo incentivi in termini di personale e di progetti a sostegno dell’offerta formativa. E’ giusto incentivare l’offerta formativa, fermo restando la struttura nazionale dei contratti, del reclutamento e dei programmi”.