AgenPress – “La mafia non è vinta”, e “noi dovremmo avere sempre più strumenti per potere svolgere indagini penetranti e incisive”, eppure “si sta affacciando la possibilità che lo strumento essenziale e formidabile delle operazioni di ascolto venga depotenziato se non addirittura ridotto a un mero spunto investigativo”.
Lo ha detto il procuratore generale del Piemonte, Francesco Saluzzo, all’inaugurazione dell’anno giudiziario.
“È stato detto che i magistrati vedrebbero la mafia dappertutto. Penso che la questione vada ribaltata: è la mafia a essere un po’ ovunque, come hanno dimostrato i processi che si sono celebrati nel mio distretto e che, mattone dopo mattone, la Procura della Repubblica di Torino ha avviato fin dagli anni Ottanta”.
Sostenere che la mafia ormai è vinta è, secondo Saluzzo, “un mantra che non tiene conto della capacità di essa nelle sue quattro articolazioni fondamentali di adattarsi gattopardescamente alla realtà e di cambiare settore di intervento, sempre prediligendo quelli maggiormente remunerativi ma mutando anche il ‘cavallo’ del potere più funzionale”. Il procuratore ha quindi sottolineato che “La mafia non è vinta, la si può ‘vincere’, anche se questo è un compito che non appartiene solo ai magistrati, ma tutte le articolazioni dello Stato”.