La nuova generazione dei processori Intel di 13 generazione, offrono prestazioni di alto livello e un’architettura ibrida capace di garantire un ottimo bilanciamento tra prestazioni ed efficienza.
Il settore dei processori desktop per il mercato consumer sta finalmente vivendo un momento di grande effervescenza, dopo periodi di evoluzione non troppo rilevanti. Gran parte del merito di questa maggiore intensità nelle innovazioni è di AMD, che negli ultimi anni è stata in grado di guadagnare quote di mercato significative grazie ai suoi processori Ryzen, che hanno dimostrato prestazioni eccellenti a un prezzo competitivo rispetto ai corrispondenti processori Intel.
Tuttavia, Intel non ha intenzione di restare a guardare e sta facendo progressi importanti nel campo dei processori consumer. Il punto di discontinuità maggiore nello sviluppo dei sistemi
Intel Core rimane l’introduzione dell’architettura Alder Lake, che è stata lanciata circa un anno e mezzo fa: si tratta, infatti, della prima famigli i processori Intel a utilizzare una combinazione di core di tipo P e core di tipo E, una soluzione che mira a massimizzare l’efficienza energetica e la potenza di elaborazione. I core di tipo P (Performance) sono progettati per le applicazioni ad alta intensità di elaborazione, come il gaming e il rendering video. I core di tipo E (Efficiency), invece, sono pensati per le applicazioni a basso consumo energetico, come la navigazione web e la riproduzione video.
L’integrazione nello stesso processore di entrambi i tipi di core consente di ottimizzare le prestazioni e l’efficienza energetica in base alle esigenze dell’utente, in modo analogo a quanto accade in gran parte dei processori destinati al mondo mobile. Ad esempio, quando si esegue un’applicazione intensiva come un gioco o una renderizzazione video, il processore attiva i core di tipo P per garantire la massima potenza di elaborazione. Quando si eseguono invece attività meno impegnative come la navigazione web o la riproduzione video, il processore attiva i core di tipo E per ridurre il consumo energetico.
Oltre ai core P ed E, Alder Lake ha introdotto anche una nuova architettura di cache, con una cache L3 più grande e un’organizzazione migliorata di quella L2. Ciò consente di incrementare le prestazioni dell’elaborazione parallela, potenziando l’efficienza dell’archiviazione e riducendo i tempi di latenza.
Per bilanciare i carichi tra i diversi tipi di core, i processori integrano anche il supporto per Intel t Thread Director, una tecnologia che ottimizza l’utilizzo dei core. Intel Thread Director permette al sistema operativo di gestire in modo proficuo i carichi di lavoro, offrendo una migliore efficienza energetica e prestazioni ottimizzate.
L’aggiornamento del 2022, con il lancio del successore Raptor Lake, è risultato meno rivoluzionario ma ha portato importanti miglioramenti alle prestazioni e alle funzionalità dei processori consumer. Questa architettura include infatti il supporto per una serie di nuove tecnologie che garantiscono alla piattaforma prestazioni superiori e una maggiore futuribilità, come PCle 5.0 e DDR5. Intel deve guardarsi infatti da una concorrenza sempre più forte da parte di AMD, che ha guadagnato quote di mercato significative fino a diventare una seria minaccia per Intel. Tuttavia, nonostante la concorrenza di AMD, Intel ha ancora una posizione dominante nel mercato dei processori consumer. Secondo gli ultimi dati di mercato, Intel detiene ancora circa il 79% del mercato dei processori desktop, mentre AMD è in crescita ma non supera il 21%.
• Processori Intel di 13 generazione
Quella con il nome in codice Raptor Lake è la tredicesima generazione dei processori Intel Core; sono stati lanciati nell’autunno dello scorso anno e sono ancora basati sull’architettura ibrida che, come abbiamo già accennato, associa core dedicati alle prestazioni con architettura Raptor Cove e core ottimizzati per l’efficienza con architettura Gracemont.
Così come la generazione precedente, anche Raptor Lake utilizza il processo produttivo Intel 7, che nonostante la denominazione rimane ancorato alla rodata piattaforma a 10 mm
SuperFin, che consente di migliorare le prestazioni e l’efficienza energetica dei processori.
II socket utilizzato dalla nuova generazione rimane lo stesso dell’anno scorso (LGA 1700), anche se naturalmente assieme alla nuova piattaforma Intel ha lanciato anche nuovi chipset della serie 700 per sfruttare al massimo le novità dell’architettura di ultima generazione.
Il nuovo chipset è denominato Z790 e offre soltanto un aggiornamento limitato delle caratteristiche tecniche rispetto alla generazione precedente: aumenta da 4 a 5 il numero massimo di porte Usb 3.2 Gen 2×2 (non è però detto che i produttori di motherboard le offrano tutte, specialmente sui modelli più economici), mentre la velocità massima della memoria RAM sale da 6.400 a 6.800 MT/s; i processori Raptor Lake, comunque, supportano al massimo i moduli DDR5-5600, in crescita rispetto ai 4800 MT/s della generazione precedente. Intel continua anche a supportare la memoria DDR4, che può offrire un percorso di aggiornamento più semplice per chi deve tenere al passo coi tempi il suo sistema, anche se naturalmente restare ancorati al vecchio standard di memoria costringe a rinunciare a parte delle prestazioni.
I chipset della serie 700 vedono anche un incremento significativo nel numero di lane PCle 4.0, che salgono a 20 dalle 14 della precedente generazione, a questo valore bisogna comunque aggiungere le 16 lane PCle 5.0 e le 4 lane PCIe 4.0 integrate direttamente nel processore. Le schede madri Z790 supportano inoltre i nuovi processori della serie 13000 fin dal primo giorno, mentre nel caso dei modelli basati sul precedente Z690 è necessario un aggiornamento del Bios per riconoscere e indirizzare correttamente i nuovi processori, un dettaglio che potrebbe rendere l’installazione un po’ più problematica. La nuova architettura porta in dote anche nuove funzioni legate all’overclocking dei processori e la possibilità di gestire moduli M.2 dedicati ai calcoli
Al, anche se la disponibilità e la compatibilità di queste soluzioni è ancora piuttosto scarsa.
Raptor Lake include sei nuovi modelli desktop principali con un massimo di 24 core e 32 thread e velocità di clock fino a 5,8 GHz: Core i9-13900K, Core i7-13700K, Core i5-13600K, 13500 e 13400, e infine il core i3-13100. Tutti questi modelli integrano una combinazione di core P e E, con la sola eccezione dell’i3-13100, core P e E, con la sola eccezione delli3-13100, che invece dispone soltanto di 4 core P. I processori sono poi disponibili in diverse varianti che si riconoscono tra loro per le ultime lettere dopo la parte numerica del modello. I modelli K sono sbloccati e consentono (almeno teoricamente), di tentare operazioni di overclock, le varianti F non integrano la sezione iGpu e infine le varianti T sacrificano parte delle prestazioni per offrire un TDP molto più contenuto. L’ultimo arrivato in questa famiglia è il nuovo core i9-13900KS, che è stato annunciato all’inizio dell’anno e che per la prima volta porta la frequenza massima di un processore consumer a toccare la soglia dei 6 GHz “di fabbrica”. In generale, le nuove architetture promettono una crescita del 15% nelle prestazioni single core, che sale addirittura al oltre il 40% negli scenari multicore.
• Quasi top di gamma
L’oggetto di questa recensione è però il fratello minore del nuovo mostro da 6 GHz; si tratta del Core i7-13700K, probabilmente il modello più accessibile nella gamma alta della nuova generazione di Intel. Questo processore offre 8 core P e 8 core E, capaci nel complesso di gestire fino a 24 thread grazie al supporto multithreading dei core dedicati alle prestazioni.
La frequenza di clock di base è pari a 3,4 GHz per i core P e 2,5 per i core E, e può salire fino a un massimo di 5,4 GHz in modalità turbo (Turbo Boost 3.0). Il processore integra anche una sezione grafica UHD 770, con clock pari a 1,6 GHz. Il nuovo i7 offre 24 Mbyte di memoria cache di livello L2, a cui si aggiungono 30 Mbyte di cache L3. Intel ha aumentato la cache L2 da 1,25
Mbyte a 2 Mbyte per ogni P-core e ha raddoppiato la quantità di cache L2 per ciascun cluster di E-core rispetto alla generazione precedente. Anche la quantità di cache L3 è aumentata a causa dell’aggiunta di più cluster E-core, ognuno dei quali ha una sezione di cache L3 adiacente come parte del progetto. Da non trascurare sono anche i dati relativi al profilo termico: il TDP di base è pari a 125 W, mentre il dato relativo all’assorbimento massimo in modalità turbo cresce fino a 253 W.
Si tratta dei valori più elevati mai dichiarati da Intel per i processori consumer, e in particolare è notevole l’incremento di ben 63 W nell’assorbimento in Turbo rispetto ai precedenti
Alder Lake; a ben vedere, i dati di targa della generazione precedente si erano dimostrati un po’ ottimistici, e Intel ha probabilmente corretto semplicemente il tiro offrendo una rappresentazione più realistica dell’assorbimento delle nuove Cpu. Queste caratteristiche richiedono comunque una particolare attenzione nell’abbinamento con il case e in particolare con il sistema di raffreddamento, per evitare di trovarsi a non poter sfruttare a fondo le prestazioni offerte da questo nuovo processore.
Rispetto alla generazione precedente, il nuovo i7 guadagna però quattro core dedicati all’efficienza (salgono a otto) e vede crescere le frequenze massime di 400 MHz sia per i core P (da 5 a 5,4 GHz) sia per i core E (da 3,8 a 4,2 GHz). Il nuovo Core i7-13700K è stato prezzato a 409 dollari Usa, e si posiziona quindi in competizione diretta con il Ryzen 7700X di AMD, che costa dieci dollari Usa in meno. I prezzi di vendita al dettaglio sono, come spesso sta accadendo negli ultimi tempi, un po’ più elevati rispetto a quelli di listino: nel momento in cui scriviamo le migliori offerte online si aggirano tra i 420 e i 430 euro. Il processore è venduto in una semplice confezione che non include un dissipatore in bundle; Intel consiglia l’abbinamento con un dissipatore a liquido AIO da 280 mm o superiore, o un dissipatore ad aria con prestazioni equivalenti.
• Prestazioni e consumi
Abbiamo testato il nuovo processore Intel con una motherboard Asus Prime Z790-A Wi-Fi e un kit di memoria Corsair Vengeance DDR5-5600 da 32 Gbyte (2×16 Gbyte) C36. Abbiamo sfruttato un nuovissimo dissipatore AIO da 360 mm per garantire ampia capacità di estrazione del calore ed evitare quindi che le prestazioni della Cpu fossero limitate da problemi relativi al surriscaldamento o al throttling.
I test sul campo hanno confermato le indicazioni che emergono dalla scheda tecnica del processore: il nuovo i7-13700K è piuttosto complesso da gestire, e richiede un’adeguata pianificazione in fase di selezione dei componenti e assemblaggio, per garantire un corretto flusso d’aria per dissipare il calore prodotto. Nulla di impossibile, sia chiaro, ma il semplice upgrade di alcuni componenti interni (Cpu, Motherboard e RAM) in un sistema con qualche anno di vita è una strada piuttosto difficile da percorrere.
Durante i benchmark l’assorbimento registrato dal solo processore ha spesso sfiorato i 200 W, collocandosi circa allo stesso livello del top di gamma dello scorso anno, il Core i9-12900K. | miglioramenti architetturali hanno però consentito di ottenere prestazioni sensibilmente superiori rispetto alla generazione precedente, che rendono i nuovi Raptor Lake, e in particolare li7-13700K, più efficienti nel complesso.
Il numero di core E inferiore rispetto al top di gamma i913900K rende più semplice la gestione complessiva della dissipazione, specialmente con i carichi di lavoro multithread. Le prestazioni con i titoli videoludici sono semplicemente eccellenti; soltanto il top di gamma 13900K riesce a rimanere stabilmente sopra i risultati ottenuti da questo processore, anche se non abbiamo ancora potuto testare il nuovo Ryzen 7800X3D.
Anche i benchmark legati alla produttività confermano quanto di buono era già emerso durante i test di gioco: le prestazioni multicore in Cinebench, per esempio, superano i 30.000 punti, mentre il valore registrato in single core è superiore ai 2.100 punti, il secondo miglior risultato in assoluto, che dimostra la bontà dell’architettura progettata da Intel. È superato soltanto dall’i9-13900K, che può vantare frequenze di clock superiori. Anche gli altri benchmark di produttività, come la compressione dei file o la transcodifica del video e dell’audio, confermano l’eccellenza assoluta di questo progetto, che fa registrare nuovi massimi per quasi tutti i benchmark e i carichi di lavoro più comuni.
• Conclusioni
Nel complesso la nuova architettura Raptor Lake ha ribadito la bontà dell’approccio ibrido introdotto da Intel l’anno scorso; il progetto si è evoluto senza grandi scossoni, ma portando in dote miglioramenti prestazionali significativi rispetto alla dodicesima generazione. Il nuovo 17-13700k, in particolare, propone un rapporto tra prezzo e prestazioni particolarmente allettante, poiché riesce a garantire velocità simili a quelle del top di gamma dello scorso anno a un prezzo sensibilmente inferiore. Il numero più ridotto di core E rende più gestibile il profilo termico della Cpu, anche se la sezione di dissipazione del calore va dimensionata con cura per evitare di vedere limitate le prestazioni del processore a causa di un eccessivo surriscaldamento.
La nuova piattaforma Intel 700 aumenta il numero di lane PCle e permette ai costruttori di schede madri di aggiungere un numero superiore di porte Usb ad alte prestazioni, anche se non tutte queste novità saranno sfruttate da tutti i modelli, per questioni relative ai costi di produzione e alla differenziazione dell’offerta.
Ottime sono anche le funzioni di overclocking integrate, che consentono di spremere le massime prestazioni dalla piattaforma senza avventurarsi in elaborazioni troppo complesse
Anche la gestione della memoria è risultata m efficace: il supporto dei profili XMP3 consente una configurazione automatica per sfruttare al massimo le prestazioni dei moduli, senza bisogno di intervenire manualmente. Il Core 17-13700K ha trovato una collocazione particolarmente interessante nel listino di Intel anche nel confronto con l’offerta di AMD: le prestazioni sono solo marginalmente inferiori a top di gamma (nel complesso la differenza è misurabile in un 5%), ma consente di risparmia quasi 200 dollari rispetto all’i9-13900K, sempre considerando i prezzi di listino.