AgenPress – Il feretro del presidente emerito Giorgio Napolitano ha appena lasciato piazza Montecitorio tra gli applausi dei presenti e qualcuno che ha detto “grazie presidente”. Dietro la bara di Napolitano, coperta dalla bandiera tricolore, i familiari, il presidente della repubblica Sergio Mattarella, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il presidente della Camera Lorenzo Fontana, e i capi di stato Esteri.
I primi ad uscire dall’emiciclo dove si sono tenuti i funerali sono stati i componenti della famiglia: la moglie Clio, il figlio Giulio e la nipote Sofia. Poi gli ospiti stranieri ai quali i parlamentari hanno tributato un applauso. Emmanuel Macron e Francosise Hollande hanno seguito tutta la cerimonia senza fare uso delle cuffiette per la traduzione, che invece ha preferito usare Steinmeier. In tutto la cerimonia è durata poco più della prevista ora e venti. I parlamentari sono rimasti nell’emiciclo per permettere lo svolgimento del protocollo cerimoniale.
Tra gli interventi quello di Paolo Gentiloni. “Salutiamo un grande riformista europeo, per lui l’Europa è stata sempre la via maestra. Caro Giorgio, questa via, la tua via cercheremo di seguirla sempre”.
“Salutiamo un grande presidente – ha detto ancora Gentiloni – un simbolo della credibilità e della forza delle istituzioni delle Repubblica e lo facciamo stretti attorno al presidente Mattarella, che di questa credibilità e di questa forza è espressione ogni giorno”.
“Davvero tarderà molto a nascere, se nascerà, un italiano con le sue qualità messe al servizio di una politica vissuta come il luogo fondamentale in cui interagire con gli altri. Non a caso una delle citazioni più belle nei suoi discorsi è quella di un giovane condannato a morte della Resistenza che scrive alla madre: ‘Ci hanno fatto credere -scriveva – che la politica è sporcizia e lavoro da specialisti. Invece la politica e la cosa pubblica siamo noi stessi’. Napolitano lo ha insegnato a tutti noi”, ha detto il presidente emerito della Corte costituzionale ed ex presidente del Consiglio, Giuliano Amato.
“Oggi l’Italia perde un grande Presidente, un grande protagonista della politica, un uomo legato alla propria storia ma capace di cogliere l’innovazione, un uomo con una storia di parte ma che ha saputo essere uomo delle Istituzioni. Scompare uno dei protagonisti principali della storia repubblicana di questi sessant’anni e si chiude anche un capitolo importante e tormentato, complesso di questa storia”, ha affermato Gianni Letta.