AgenPress. “Competitività, crescita e autonomia strategica sono obiettivi che condividiamo. Quel che accade in questi anni, tuttavia, è che l’Ue sta andando in direzione opposta, non solo per colpa della Commissione, ma per molteplici fattori. Gli Usa da qualche mese stanno importando più dal Messico che dalla Cina, non avveniva dal 2003.
Analogamente, per l’Ue c’è l’area del Mediterraneo dove si dovrebbero canalizzare investimenti, crescita e stabilità per accorciare filiere da cui si è dipeso troppo a lungo, che sono troppo fragili. L’impatto che potranno avere gli accordi di libero scambio – alcuni molto positivi – non sarà così fondamentale se non si diminuisce la dipendenza da alcuni soggetti. E il Green Deal non fa che aumentare la nostra dipendenza dalla Cina.
In tema di materie prime e risorse energetiche, ci sono notevoli tensioni nei mercati delle commodities; bene ha fatto Von der Leyen ad annunciare indagini sull’automobile cinese, ma è troppo tardi: è già la più venduta auto elettrica in Spagna e in altri paesi Ue. Sul Gsp, sistema di preferenze generalizzate, siamo bloccati perché alcuni gruppi politici non vogliono inserire nel testo l’impegno dei paesi che beneficiano degli accordi commerciali con noi, alla ricollocazione di quei cittadini che non hanno diritto a stare dalle nostre parti. Assurdo che l’Ue sia rimasta l’ultima a difendere il Wto e il suo sistema di regole, creando al tempo stesso deindustrializzazione nel continente e un processo molto ipocrita di delocalizzazione delle emissioni”.
Così Marco Campomenosi, capo delegazione Lega, nel suo intervento durante la sessione plenaria del Parlamento europeo.