AgenPress. Siamo abituati a ragionare su testi ufficiali e bollinati e dopo aver apprezzato l’aumento della dotazione del fondo sanitario, anche se ancora insufficiente alle necessità, e lo stanziamento dei fondi contrattuali, anch’essi lontani dalla media europea, con anticipazione di quota parte nei prossimi mesi, siamo però ora rimasti profondamente delusi dal tentativo di tagliare il rendimento delle pensioni di medici e dirigenti sanitari.
Non entrando nel dettaglio dei tecnicismi contabili, di fatto il 50% del personale attualmente in servizio vedrà una sforbiciata dal 5 al 25 % del proprio trattamento pensionistico.
Da qualche giorno siamo contattati da medici, nostri iscritti e non, che vogliono lasciare il posto di lavoro per evitare questo ingiusto e, fatemelo dire, “inopportuno” scippo al proprio “salario differito”. Mancano decine di migliaia di medici negli ospedali, non si riescono a coprire le borse di studio per molte specializzazioni e che si fa? Facciamo fuggire dal servizio sanitario nazionale chi potrebbe ancora rimanere utilmente in servizio!
Come nostra abitudine, ci siamo rimboccati le maniche abbiamo studiato e continuiamo a studiare tutto l’articolato. Porteremo nei posti di lavoro le nostre proposte, ascolteremo la nostra gente e continueremo, con un incalzante contrattazione con il governo, a chiedere di ritirare questo “autogol” sulla previdenza! Non è il momento di allontanare i medici dal sistema sanitario nazionale, lo abbiamo detto e scritto altre volte: “è il momento di rinforzare quel senso di appartenenza al SSN”. Crediamo fermamente nel dialogo propositivo e nella contrattazione ma siamo pronti a mobilitarci nelle piazze, lo faremo con tutta la nostra confederazione e con chi vorrà accompagnarci in questo progetto che ripone nelle scelte sociali la creazione del futuro.
Benedetto Magliozzi, segretario generale nazionale CISL Medici.