AgenPress. “La transizione verde non deve essere un macigno economicamente e socialmente insostenibile. Dopo le auto, vogliono imporre l’elettrico anche ai mezzi pesanti: hanno deciso di affossare aziende e intere filiere produttive senza alcun motivo. Sicuramente non per il clima. È chiaro a tutti che dietro queste scelte ci siano politiche industriali travestite da politiche ambientali che favoriscono, di nuovo, la Cina. Le decisioni prese a Bruxelles avranno ricadute pesanti su un settore vitale come quello dei trasporti e su tante imprese che già sopportano difficoltà legate alla crisi economica e ai costi dei carburanti.
Manca completamente una valutazione d’impatto, i costi sono insostenibili e non ci sono valide alternative sulle lunghe distanze per questi mezzi. Perché dire no anche ai biocarburanti e altri carburanti rinnovabili? L’eccesso di ideologia ha portato anche all’adozione dell’obbligo di acquisto per i comuni di autobus per trasporto pubblico al 100% elettrici a partire dal 2030. Il rischio è che i comuni, soprattutto i più piccoli, non avranno risorse sufficienti per un cambio così veloce anche perché anche perché il differenziale di prezzo rispetto ai veicoli a motore termico è di 5 a 1. Questa Europa, insomma, sta mettendo a rischio il futuro di imprese, lavoratori e comuni”.
Così Silvia Sardone, europarlamentare della Lega, coordinatrice Id in commissione Ambiente, nel suo intervento durante la sessione plenaria del Parlamento Europeo, nel dibattito sul “Rafforzamento dei livelli di prestazione in materia di emissioni di CO₂ dei veicoli pesanti nuovi”.