AgenPress. Commentando la vittoria della provincia di Udine per l’indice “QUALITA’ DELLA VITA NELLE DONNE”, che registra un’occupazione femminile che supera la media di oltre 12 punti percentuali, un gap occupazionale uomo/donna molto ridotto, poco sotto il 13% (dato nazionale 19%) e una speranza di vita abbastanza elevata, sopra la media, la Ministra Eugenia Roccella (Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità), segnala come i dati Istat sull’occupazione femminile siano in generale incoraggianti: “l’occupazione è cresciuta moltissimo; l’Istat dice che non c’è mai stato un aumento così significativo; rispetto a ottobre dello scorso anno sono 450.000 posti di lavoro in più, in particolare a tempo indeterminato e in questa statistica emerge come sia proprio l’occupazione femminile quella che cresce; quindi questo è già un dato nazionale importante. Poi certo, sappiamo che ci sono le differenze nord-sud, e non solo quelle”.
Ad esempio, rimane forte il divario anche all’interno di una stessa grande città. “Ci sono molte questioni che investono le grandi città in modo diverso. Una, per esempio, è la questione dei servizi sociali: in un piccolo centro i servizi di prossimità sono molto più facilmente attrezzabili. Penso a Roma in particolare, una città immensa, in cui c’è il centro storico che ha esigenze estremamente diverse dalle periferie. È più complicato e penso che i servizi sociali siano una fonte di sostegno.”
SUI SERVIZI ALLE FAMIGLIE.
“Ci sono molti piccoli comuni che stanno agendo per rafforzare i servizi alle famiglie, che è poi un modo di rafforzare i servizi alle donne, perché il lavoro di cura, lo sappiamo, è ancora in grandissima parte sulle spalle femminili. I comuni che offrono servizi per l’infanzia o servizi per la maternità sono chiaramente anche un aiuto concreto alle donne che lavorano, o alle donne che vogliono lavorare. Nella statistica dei dati Istat cala il tasso di inattivi e sale quello di persone in cerca di occupazione, fra cui le donne, donne hanno più voglia di entrare nel mercato del lavoro e forse sono più incoraggiate in questo momento a entrare.”
SU GOVERNO E OPPOSIZIONE “ROSA”
“Io sono molto orgogliosa di far parte di un governo che è il primo in Italia a guida femminile e penso che questo sia stato anche molto importante nel trascinare anche l’opposizione a dotarsi di una leadership femminile, cioè anche l’elezione di Elly Schlein è stata in qualche modo ha trascinata dall’effetto Meloni.”
SULLO STRUMENTO DELLA CERTIFICAZIONE DI GENERE e CODICE DI AUTODISCIPLINA.
“Questo è il metodo che vogliamo usare, ovvero il sistema ‘premiante’: sollecitare la responsabilità delle imprese e premiare chi a queste sollecitazioni risponde. Lo abbiamo fatto portando avanti appunto la certificazione di genere su cui siamo molto avanti. Abbiamo praticamente raggiunto l’obiettivo che dovevamo raggiungere nel 2026, siamo già a 800 imprese certificate che, come è noto includono requisiti sia di conciliazione sia di parità di genere all’interno delle richieste per avere il bollino rosa, come viene chiamato. E lì c’è la premialità sia fiscale sia nei bandi. Poi abbiamo aggiunto un sistema più agile, ancora meno condizionante, il codice di autodisciplina; anche su questo abbiamo avuto una bella risposta, molto incoraggiante, perché già dal primo incontro che abbiamo fatto hanno aderito un centinaio di imprese, e mirato su uno dei punti fondamentali, il rientro delle donne dalla assenza per maternità, favorendo quindi il rientro post maternità.”
SUL TEMA DEI FONDI PER GLI ASILI NIDO.
“I fondi ci sono, il Ministro Fitta ha chiarito assolutamente questa questione e tra l’altro ci saranno fondi specifici proprio per gli asili nel sud. Assolutamente non c’è stato nessun taglio: c’è stata una rimodulazione e anche un impedimento, diciamo rispetto al progetto iniziale con l’Unione europea perché non si volevano considerare gli asili nido ‘ristrutturati’, come la ristrutturazione o l’ampliamento degli asili già esistenti. Quindi i fondi ci sono, ma questo lo vedremo proprio nei fatti. Il 91% dei bandi è già stato assegnato.”
SULLA DECONTRIBUZIONE PER DUE FIGLI E PER UN ANNO.
“Nella prima finanziaria, nonostante sia stata fatta praticamente nel momento dell’insediamento, abbiamo aumentato l’assegno unico in maniera abbastanza consistente, tra l’altro sanando un’ingiustizia che c’era nella modulazione dell’assegno unico che era in particolare nei confronti delle famiglie numerose. Quindi abbiamo già aumentato in maniera strutturale i fondi per l’assegno unico. Questa volta abbiamo provato a spostare l’obiettivo proprio sulle madri lavoratrici. La decontribuzione è una misura sperimentale, soprattutto quella per due figli e per un anno. Vedremo l’anno prossimo e lo spazio che ci sarà nella prossima finanziaria. Quella invece per tre figli, per tre anni, è una misura sperimentale. Vedremo.”
SULL’ASSEGNO UNICO SOTTO PROCEDURA DI INFRAZIONE A LIVELLO EUROPEO.
“Noi stiamo difendendo il criterio della residenza, cioè il fatto che i fondi per l’assegno unico devono andare a persone che abbiano un requisito minimo, piccolo perché sono due anni di residenza nel nostro paese. Ma su questo appunto, visto che siamo ancora nel percorso, anche di dialogo con l’Unione europea, vedremo dove si può arrivare. Quindi abbiamo preferito in questo momento, appunto, non puntare su una misura che vediamo se va rimodulata in qualche forma oppure no.”
“Abbiamo voluto anche puntare sulla questione della lotta alla povertà infantile, quindi l’abbiamo fatto. I risparmi cosiddetti dell’assegno unico sono stati in grandissima parte assorbiti dal provvedimento che ha sostituito il reddito di cittadinanza e che è stato modulato proprio invece sulle famiglie con figli, proprio per lottare contro la povertà infantile, e lo stesso è stato per quanto riguarda le famiglie numerose.”