AgenPress – Il presidente del Tagikistan ha condannato l’attacco alla sala da concerto di Mosca domenica in una chiamata con il leader russo Vladimir Putin, tra le accuse che gli uomini armati fossero cittadini tagiki.
I media russi, compresi i canali Telegram con collegamenti ai servizi di sicurezza, e un deputato hanno affermato che i quattro presunti aggressori erano tagiki.
Le autorità russe hanno affermato soltanto che i quattro sospettati arrestati dopo l’attacco di venerdì erano cittadini stranieri, mentre il Tagikistan ha respinto le accuse iniziali sul coinvolgimento dei suoi cittadini.
“I terroristi non hanno nazionalità, patria e religione”, ha detto a Putin il presidente Emomali Rahmon in una telefonata, ha dichiarato domenica l’ufficio del presidente del Tagikistan.
Il linguaggio ha fatto eco a precedenti osservazioni simili fatte da Rahmon riguardo all’estremismo.
La dichiarazione non conteneva alcun riferimento diretto alle notizie sulla cittadinanza dei presunti tiratori.
In Tagikistan è attivo il gruppo Stato Islamico (IS), che ha rivendicato l’attacco. La nazione dell’Asia centrale confina con l’Afghanistan.
Il Cremlino ha detto domenica che i due leader hanno concordato di “intensificare” i loro sforzi congiunti contro il terrorismo.
Sabato, il ministero degli Esteri del Tagikistan ha affermato che le notizie secondo cui i suoi cittadini erano coinvolti erano “false”.
Il ministero degli Interni ha anche affermato che due delle persone inizialmente citate dai media russi si trovavano in Tagikistan al momento dell’attacco.
Putin ha detto sabato che 11 persone sono state arrestate durante l’attacco, compresi i quattro presunti uomini armati, che secondo lui stavano cercando di fuggire in Ucraina.
L’ISIS ha affermato di essere dietro l’attacco in più occasioni da venerdì, anche se i funzionari russi non hanno affrontato pubblicamente le rivendicazioni di responsabilità.