AgenPress. Nei giorni scorsi Ernesto Galli della Loggia, in un editoriale apparso sul Corriere della Sera, si è cimentato a descrivere lo stato di salute della maggioranza concentrandosi sul fenomeno dell’immigrazione e sulla proposta di Forza Italia che, per marcare spazi e ruolo, ripropone lo “ius scholae” per il riconoscimento della cittadinanza ai figli di stranieri che vivono in Italia dopo un ciclo di istruzione.
Il tema riconosce Galli della Loggia complica la navigazione non tranquilla della maggioranza resa sempre più difficile dai rapporti tra la Lega e gli alleati. A nessuno conviene provocare una crisi di governo, possibile con Conte, ma con una guida continuamente celebrata per la sicurezza, la forza e la determinazione non è possibile.
Cadrebbe un mito. E i miti si difendono ad ogni costo anche a spese del Paese, che avverte sempre più le distanze tra l’ideale, cioè gli intendimenti propagandati, e i risultati raggiunti.
Sempre per l’editorialista la Lega è condizionata da Vannacci. Un semplice accenno al generale europarlamentare. Nessun commento che Vannacci con le sue oltre cinquecentomila preferenze non è un problema di Salvini, ma è il prodotto di un clima spugnoso della non politica che pesa sul Paese.
Galli della Loggia attribuisce alla presidente del Consiglio di essere portatrice di un disegno nazional liberale sia “pure di orientamento conservatore”. Come si fa a parlare di disegno nazionale liberale attribuito a chi intende stracciare la Costituzione abbattendo la Repubblica parlamentare?
Come si fa a ritenere un disegno nazionalistico liberale la divisione del Paese con l’Autonomia differenziata, che vanifica conquiste solidaristiche raggiunte negli anni?
Come si fa a parlare di disegno nazionalistico liberale quando il Parlamento ha perso centralità e agiscono i poteri forti come quelli dell’Energia e tanti altri, che muovono centinaia di miliardi indisturbati, riveriti e incoraggiati?
Come si fa a parlare di disegno nazionalistico liberale quando in una compagine di governo il ministro dell’economia sembra un ministro di un governo ombra o all’esilio?
Il tenace professore Galli della Loggia arriva ad una conclusione, indicando per la continuità del governo l’allargamento della coalizione al Centro non per farlo vivere ma per occuparlo strumentalmente .
Un insulto allo storia da parte di uno storico famoso è un inciampo in una corsa che non vede ostacoli ma solo la volontà di rendersi gradito. Il punto più in alto Galli della Loggia lo raggiunge quando auspica per la Meloni di rifondare il destino politico italiano.
Ricordo che da bambino consultavamo il vocabolario italiano Zingarelli in edizione del fascismo. L’autore l’aveva dedicato a Mussolini, “restauratore delle sorti dell’Italia” e fondatore dell’impero. La storia si ripete con le sue luci e tante miserie.
Il Centro significa politica, valori, civiltà dove vive una comunità di uomini liberi non di sudditi e uomini di cultura libera, altrimenti sono menestrelli.
Ancora pensiamo che l’area della moderazione possa essere occupata da sussulti estremisti pur mascherati per le circostante, ma non tanto? E’ un richiamo a tanti amici perché ci si prenda coscienza e si ritrovi dignità nella identità. Chi intende perseguire il folclore faccia pure ma chi non ama il padronato imbocchi la strada di una libertà ritrovata.
Mario Tassone