Piano Strutturale Bilancio. Giorgetti, cuneo e tre aliquote Irpef strutturali. Sanità, famiglia, Pil, debito pubblico, ecco cosa prevede

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AgenPress – Il ministro dell’economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha illustrato ieri in Consiglio dei ministri il Piano Strutturale di Bilancio di medio termine adottato, con i dati aggiornati alla luce delle revisioni di contabilità nazionale rilasciate dall’Istat lo scorso 23 settembre e dopo il confronto con le parti sociali avvenuto mercoledì scorso.

In particolare, il Piano conferma la traiettoria della spesa primaria netta (nuovo indicatore univoco sottoposto alla sorveglianza della Commissione) che avrà, nei prossimi 7 anni (orizzonte temporale di riferimento), un tasso di crescita medio vicino all’1,5%, compatibile con il profilo stimato dalla Commissione.

Nel dettaglio, i tassi di crescita della spesa primaria netta previsti sono: 1,3% nel 2025; 1,6% nel 2026; 1,9% nel 2027; 1,7% nel 2028; 1,5% nel 2029; 1,1% nel 2030 e 1,2% nel 2031.

Il Piano si ispira a una linea seria, prudente e responsabile e coerente con l’azione che il governo porta avanti fin dall’inizio. Partendo da una stima del 3,8% del PIL per l’anno in corso (più bassa del 4,3% stimato lo scorso aprile), il Governo si pone l’obiettivo di portare il rapporto deficit/Pil al 3,3% nel 2025 e al 2,8% nel 2026, che consentirà di uscire dalla procedura per deficit eccessivo.

Tenendo anche conto della revisione del PIL nominale operato dall’Istat e dei dati sul debito elaborati dalla Banca d’Italia, il rapporto debito/PIL a fine 2023 scende al 134,8% (133,6% a meno delle compensazioni relative ai bonus edilizi) rispetto al 137,3% precedentemente stimato. Come già rilevato nel DEF dello scorso aprile, l’andamento del rapporto tra debito e PIL nei prossimi anni, soprattutto nel periodo 2024-2026, continuerà a essere fortemente condizionato dall’impatto sul fabbisogno di cassa delle compensazioni d’imposta legate ai Superbonus edilizi introdotti a partire dal 2020. Il rapporto debito/Pil, dunque, solo dal 2027 inizierà un percorso di discesa, in linea con le nuove regole che prevedono che si riduca, in media, di 1 punto percentuale di PIL successivamente all’uscita dalla procedura per deficit eccessivi.

Il Piano contiene un rilevante insieme di riforme e investimenti, di cui alcune in continuità con il PNRR. Ciò conferma la determinazione del governo a lavorare per il miglioramento della competitività dell’economia italiana, promuovendo una crescita sostenibile e il contrasto al declino demografico. Al contempo si conferma il sostegno al potere d’acquisto delle retribuzioni e l’impegno all’attuazione della legge delega di riforma del fisco, compresa l’intensificazione dello sforzo di recupero del gettito fiscale. Il documento è stato trasmesso al Parlamento.

Il Piano strutturale di bilancio “non lascia indietro nessuno. Si concentra sulla sostenibilità del sistema pensionistico e la qualità del sistema sanitario”, scrive il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti nella premessa al Piano strutturale di bilancio di medio termine. “Ma poiché nel lungo termine la sostenibilità del welfare dipende dalla demografia, accanto al potenziamento e all’ordinato sviluppo dei pilastri complementari di previdenza e sanità – prosegue -, il Piano rafforza le politiche per la famiglia, per sostenere la natalità e la genitorialità, con migliori servizi alle famiglie e incentivi dedicati”.

 “La sfida più grande per il Paese è rappresentata dall’elevato stock di debito pubblico e dal relativo onere per interessi. Essi hanno spiazzato ogni margine per disegnare politiche pubbliche di sostegno alla crescita negli ultimi decenni”, prosegue ancora il ministro.

“Gli spazi, sia pur limitati, per gli investimenti pubblici concessi dal Piano dal 2027 e una politica di bilancio prudente e credibile sono due elementi cruciali per aggredire il fardello del debito e della spesa per interessi, alleggerendolo in modo strutturale. Il sentiero di politica fiscale che il Piano propone è realistico, credibile e prudente. Esso disegna un percorso che consentirà di comprimere stabilmente i tassi di interesse sul debito e lo spread sulle nuove emissioni”.

“Il Governo conferma e rende strutturale gli effetti del cuneo fiscale sui redditi da lavoro dipendente fino a 35 mila euro e l’accorpamento delle aliquote Irpef su tre scaglioni già in vigore quest’anno. Gli effetti del cuneo fiscale assumeranno una nuova fisionomia al fine di raggiungere il medesimo obiettivo senza ulteriori tensioni sul piano della spesa pluriennale”.

“Le politiche invariate comprendono anche le risorse necessarie al rinnovo dei contratti pubblici, al finanziamento di misure per favorire la natalità e al rifinanziamento delle missioni di pace”.

Nello scenario programmatico del Piano strutturale di bilancio, il deficit scenderà sotto il 3% nel 2026 e sotto il 2% nel 2029.

I saldi nominali (indebitamento netto della Pa) dello scenario programmatico “migliorano dal -3,8% del Pil di quest’anno al -3,3% nel 2025, al -2,8% nel 2026, al -2,6% nel 2027 e poi fino al -1,8% nel 2029. I deficit nominali previsti per gli anni 2024-2026 – aggiunge il ministro – sono inferiori a quelli dello scenario a legislazione vigente del Def di aprile”.

La piena attuazione degli impegni assunti con il Pnrr e poi una serie di riforme che riguarderanno dal fisco alla giustizia con l’arrivo di “nuove misure volte a migliorare la compliance nelle transazioni che coinvolgono il consumatore finale in campo tributario e la riduzione della durata dei processi e abbattimento dell’arretrato in quello giudiziario.

Previste anche la riforme nella Pa (per migliorare i servizi), la digitalizzazione, la concorrenza e l’ambiente imprenditoriale nella nuova legge Concorrenza 2024. Saranno poi attuate “misure per migliorare la programmazione e il controllo della spesa pubblica e per responsabilizzare i centri di spesa a livello statale, regionale e locale in coerenza al progredire della cosiddetta ‘Autonomia differenziata’”.

“La situazione economica, occupazionale e di finanza pubblica dell’Italia è in miglioramento malgrado la caduta dei livelli produttivi dell’industria, il preoccupante allargamento dei conflitti internazionali e sfide tecnologiche e ambientali di crescente complessità”.

Il governo utilizzerà le risorse che emergono tra l’andamento dei conti e le nuove previsioni programmatiche (il cosiddetto ‘spazio fiscale’) per rendere strutturali il taglio del cuneo e le tre aliquote Irpef ma anche per nuove misure della manovra. Ulteriori interventi, invece, saranno finanziati dalla lotta all’evasione, dal concordato biennale e dalla riduzione della spesa.

“Lo spazio fiscale risultante tra andamenti del saldo nominale primario e quello a legislazione vigente è finalizzato al finanziamento delle cosiddette politiche invariate e delle nuove misure che il Governo intende adottare. Altri interventi saranno opportunamente finanziati con risorse derivanti dall’adempimento collaborativo e da altre misure di contrasto dell’evasione fiscale, nonché da misure di contenimento delle uscite”.

 

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