Casanova oltre il mito. A Villa Altieri la presentazione del nuovo volume “In orizzonte di tempo”

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AgenPress. Una sala gremita, un pubblico attento e un confronto ricchissimo di voci hanno segnato la presentazione del volume In orizzonte di tempo. Una vita da Casanova a trecento anni dalla nascita, curato da Franca De Santis, evento cardine del progetto “Giacomo Casanova 300”.

Dopo i saluti istituzionali di Cristina Michetelli e del senatore Costanzo Della Porta, il cuore dell’incontro è stato affidato all’intervento di Pierfranco Bruni, Direttore Scientifico del progetto, che ha guidato il pubblico attraverso una lettura originale, filosofica e profondamente identitaria di Casanova.

Bruni ha sin da subito ribadito la necessità di riportare Casanova nella sua matrice culturale originaria:

«La sua identità profonda è italiana: nasce dalla tradizione. Venezia è il suo luogo dell’anima, un punto cardinale che resta centrale anche quando la vita lo porta dalla Calabria alla Cina»Per Bruni, leggere Casanova significa oltrepassare le categorie romantiche e affrontarlo come pensatore. 

Il Direttore Scientifico ha evidenziato come la complessità del personaggio superi gli stereotipi.

«Casanova non è mai semplice maschera. È un uomo che vive la passione come disciplina, come esercizio di conoscenza. Non è un frivolo seduttore: è un uomo che si innamora e non smette mai di farlo».

In un momento centrale del suo intervento, Bruni ha restituito anche la distanza culturale che separa Casanova dagli Illuministi:

«Lì dove Voltaire e Rousseau cercavano sistemi, Casanova cercava l’anima. È la sua antitesi più profonda: la libertà non come dottrina, ma come esperienza, come seduzione del pensiero e del destino».

Ha moderato l’incontro Maurizio Abbate, presidente E.N.A.C., che ha guidato il dialogo tra i relatori evidenziando connessioni, confronti e suggestioni emerse nel corso della presentazione.

Tra gli interventi, l’editore Marco Solfanelli ha sottolineato il ruolo dell’editore stesso come “traghettatore di un progetto culturale verso i lettori”, rimarcando l’importanza di dare continuità, voce e casa alle riflessioni degli studiosi.

Solfanelli  ha poi affrontato un tema attualissimo: quello della libertà editoriale.

«La responsabilità degli intellettuali è dare voce a tutte le voci. Nessuno è incluso, nessuno è escluso. Mi preoccupa vedere petizioni che vogliono impedire ad altri editori di esprimere liberamente il proprio pensiero. Oggi si toglie la parola a uno, domani a un altro, e si crea un cortocircuito pericoloso».

«Chi ha paura del dialogo teme di non avere argomenti. Confrontarsi significa mettere in discussione se stessi ed è l’unico modo per crescere».

Tra gli autori, Gioia Senesi ha evidenziato con chiarezza le profonde differenze tra Casanova e il Don Giovanni della tradizione letteraria e musicale, ricordando come «Casanova non sia una maschera teatrale, ma un individuo reale, complesso, che vive la seduzione come esperienza dell’anima e non come conquista seriale».

Giovanna Pezzillo ha esplorato la seduzione come linguaggio complesso, ricordando che «Casanova non amava chi si concedeva subito: cercava unicità, ascolto, intelligenza. L’incontro doveva essere un piacere anche per la donna».

Pasquale Guerra, invece, ha raccontato i viaggi italiani di Casanova, in particolare la tappa napoletana, restituendo «una Napoli viva, luminosa, fatta di contrasti».

La studiosa Neria De Giovanni ha offerto un punto di vista critico femminile, superando il pregiudizio iniziale verso la figura del seduttore.

Arianna Angeli, partendo da un inedito di Giacomo Casanova – una lettera indirizzata alla marchesa Joséphine de Rabelais – ha messo in luce la sorprendente modernità del suo pensiero: la sessualità, ha ricordato, non è mai separata dalle forme più profonde dell’affettività, e solo una donna che conosce se stessa può davvero scegliere il proprio destino.

Cristiano Vignali ha ricordato come Casanova sia parte del “Dna itali­co”, simbolo di un’italianità fatta di cultura, fascino e ricerca del bello.

Le letture di Mariarita Viora e Giuseppe Terone hanno dato voce ai passaggi più evocativi del volume, accompagnando la dimensione letteraria dell’incontro.

L’arte ha avuto un ruolo centrale grazie al contributo di Francesco Zero ed Enrica Capone, autrice dell’opera presente in copertina del libro
Zero ha ricordato:

«Casanova è un sentimento. È l’amore che diventa visione artistica, rischio, differenza».

La serata ha restituito l’immagine di un Casanova che va ben oltre lo stereotipo del seduttore: un uomo complesso, filosofo, alchimista, che attraverso la bellezza, il pensiero e la memoria continua ancora oggi a parlare al nostro tempo.

Silvia Gambadoro

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