AgenPress. Gli avvenimenti internazionali sono devastanti. I conflitti tra Russia e Ucraina, in medio oriente, in Africa, antichi e nuovi, delineano rischi reali. Il terrificante attentato a Mosca rivendicato dall’Isis completa lo scenario di una situazione dagli sbocchi imprevedibili.
L’Isis è contro Mosca perché questa ha sostenuto Assad in Siria, inserendosi in un groviglio di interessi contrapposti, che alla fine hanno bloccato lo stato islamico. La minaccia di altri attentati in Russia e in Europa è reale e i sistemi di intelligence lo sanno.
La globalizzazione non ha creato spazi dì solidarietà politica ed economica fra i popoli. I nazionalismi e le spinte egemoniche sono prevalse. La Russia con l’aggressione alla Ucraina ha violato il diritto internazionale. Ha cancellato conquiste faticosamente raggiunte.
Un oltraggio alla civiltà e alla autodeterminazione dei popoli.
La vecchia Europa non trova la giusta sintonizzazione per recitare un ruolo di deterrenza per preservare e costruire pace. Gli accordi stipulati solo tra alcuni Paesi tolgono autorevolezza alla posizione comune dell’UE.
L’on. Meloni ha assunto una posizione filo atlantica e di condanna della Russia che si infrange difronte al filo putinismo del suo vice presidente del Consiglio Salvini. Una divisione su scelte di campo in politica internazionale dissolve maggioranze e governi.
Far finta di nulla è pura sciatteria, un imbroglio, un ulteriore colpo di clava a una democrazia ansimante.
Dalla approvazione della legge elettoraledel 1994,approdo del golpe di alcune procure e di certa sinistra che liquidò partiti e politica con la introduzione dei parlamentari nominati, ci sentiamo dire che bisogna conoscere il giorno del voto il nome del presidente del consiglio per avere stabilità e continuità.
Dal 1994, esclusa la legislatura che va da 2001 al 2006, si sono succeduti vari governi con maggioranze variabili non in ossequio alla volontà dell’elettorato. Nella cosiddetta prima repubblica ci sono stati governi di breve durata ma durante il percorso le scelte elettorali non furono mai disattese.
La maggioranza di governo punta sul premierato, che eversivamente travolge i principi fondanti della Repubblica, per garantire stabilità. L’on. Meloni sa che la stabilità non è assicurata per decreto ma dalla Politica, dalla democrazia oppure forzosamente dalla sospensione delle garanzie democratiche.
Penso che la presidente del Consiglio opti per questa seconda “versione”. Infatti far finta di nulla difronte al dissenso in politica internazionale di un suo autorevole partner di governo è una assurdità.
Nella prima Repubblica il governo non sarebbe durato nemmeno una ora. Bastava allora il dissenso espresso ad esempio in un articolo di La Malfa che era capo di un partito del 2 per cento e il presidente del Consiglio sentiva il dovere di andare dal Capo dello Stato a rassegnare le dimissioni.
Ma allora c’era il senso delle istituzioni, c’era la politica e la morale. Oggi? Nulla di tutto questo: solo una mascherata approssimazione e sostanziale inadeguatezza.
Mario Tassone