AgenPress – “Da quando c’è questo governo noi abbiamo votato in dodici tra Regioni e Province autonome, è finita 11 a 1 per il centrodestra. Poi alle Europee è prevalso il centrodestra: se volessimo avere un’idea di dove è la maggioranza degli italiani un’idea ce la siamo fatta”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni nella puntata di ‘Cinque minuti’, in onda questa sera su Rai1.
La premier ha parlato anche di migranti, nello specifico del “Tribunale di Bologna” nelle cui argomentazioni chiede alla Corte di giustizia europea l’autorizzazione a disapplicare l’ennesima legge italiana da molti è stata vista come un’argomentazione più vicina a un volantino propagandistico che a un atto da tribunale. L’argomento della Germania nazista è efficace sul piano della propaganda, sul piano giuridico è più debole”.
“Sono convinta che la ragione per cui si sta facendo qualsiasi cosa possibile per bloccare il protocollo con l’Albania, è che tutti capiscono che è la chiave di volta per bloccare le migrazioni irregolari”.
“Se lo scafista si ritrova fuori dai confini europei, è il più grande deterrente che puoi mettere in campo. È la prima volta che i trafficanti di esseri umani mi hanno minacciato di morte”.
Riguardo ai dossieraggi, “noi continuiamo a vedere casi di ogni genere. C’era il caso del finanziere distaccato alla Direzione Nazionale Antimafia che faceva decine di migliaia di accessi, che dossierava tutti i politici di centrodestra che si pensava potessero andare al governo. Poi c’è stato il caso del dipendente della banca che entrava nei conti correnti, tutti quelli della mia famiglia ovviamente. Adesso c’è un altro caso a Milano. Pare ci sia un altro caso a Roma. Penso che bisogna mettere fine a questo schifo”.
“Noi abbiamo già varato” un decreto legge, “adesso c’è un tavolo tecnico che sta lavorando a una nuova iniziativa”, ha aggiunto.
“La cosa più importante riguarda l’infedeltà dei funzionari, l’hackeraggio non è il tema più importante, le nostre banche dati non sono violate da estranei ma da funzionari dello Stato che dovrebbero proteggerle ma usano il loro potere per fare altro con quei dati. Bisogna essere implacabili e non lo dico solo per loro ma anche per chi ha il dovere della vigilanza”.
“Se è inaccettabile che un funzionario che deve proteggere una banca dati, in realtà violi quella banca dati – ha aggiunto la premier – è ugualmente inaccettabile che il suo superiore non si accorga che vengono fatte centinaia di migliaia di accessi abusivi. Quindi questa secondo me è la priorità”.