Rivolte pro-migranti, Donald Trump manda i soldati. Proiettili di gomma sui manifestanti. 27 persone arrestate

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AgenPress. Tensione altissima negli Stati Uniti dopo che migliaia di manifestanti pro-migranti sono scesi in piazza in diverse città per protestare contro le nuove politiche migratorie annunciate dall’amministrazione Trump. Le proteste, inizialmente pacifiche, si sono trasformate in vere e proprie rivolte in alcune aree, costringendo il governo federale a schierare l’esercito per riportare l’ordine.

Donald Trump, tornato alla Casa Bianca dopo le elezioni del 2024, ha risposto con fermezza alle manifestazioni: “Non tollereremo anarchia nelle nostre strade. L’esercito è pronto a difendere la legge e l’ordine”, ha dichiarato durante una conferenza stampa, confermando l’impiego di unità militari a supporto della Guardia Nazionale in almeno tre stati: California, Illinois e New York.

A Los Angeles, epicentro delle rivolte, le forze armate hanno usato proiettili di gomma e gas lacrimogeni per disperdere i cortei. Testimoni parlano di scene caotiche e momenti di panico tra i presenti. Secondo fonti della polizia, almeno 27 manifestanti sono stati arrestati, accusati di disordini pubblici, danneggiamenti e resistenza a pubblico ufficiale.

I manifestanti contestano la nuova legge sull’immigrazione firmata da Trump, che prevede una stretta significativa sulle richieste di asilo e il rimpatrio accelerato per decine di migliaia di migranti senza documenti. Le ONG e numerosi esponenti democratici hanno condannato la repressione delle proteste, definendo “inaccettabile” l’uso dell’esercito contro civili disarmati.

Alex Martinez, attivista per i diritti dei migranti, ha denunciato quanto accaduto: “Ci trattano come nemici dello Stato solo perché chiediamo umanità e rispetto. Il presidente sta militarizzando la gestione di una crisi sociale”.

In risposta alle accuse, il portavoce della Casa Bianca ha ribadito che l’intervento è stato necessario per “impedire il collasso dell’ordine pubblico” e ha sottolineato che “l’uso della forza è stato proporzionato alla minaccia”.

Le tensioni non accennano a diminuire. Nuove proteste sono annunciate per i prossimi giorni in altre grandi città, mentre l’America si ritrova ancora una volta profondamente divisa su una delle questioni più calde del dibattito politico nazionale: l’immigrazione.

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