Tragedia nel basket: assalto al pullman dei tifosi, muore l’autista colpito da un sasso

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AgenPress. Al termine della partita di Serie A2 tra Sebastiani Basket Rieti  e Pistoia, disputata al palazzetto di Rieti, il pullman con i tifosi ospiti di Pistoia stava lasciando la città quando è stato assaltato nei pressi della superstrada Rieti-Terni, all’altezza dello svincolo di Contigliano.

Durante il tragitto di ritorno, dopo che la scorta della Polizia era terminata, un gruppo ha lanciato sassi e mattoni contro il mezzo. Una pietra o un mattone ha centrato il parabrezza, colpendo il secondo autista, seduto accanto al conducente, che è deceduto poco dopo.

La vittima è stata identificata come Raffaele Marianella, residente in provincia di Firenze e da pochi mesi in servizio presso l’azienda di trasporti che aveva noleggiato il mezzo per i tifosi di Pistoia.

La partita era terminata con vittoria degli ospiti toscani. Tensioni erano emerse già durante l’intervallo a tal punto da richiedere l’intervento delle forze dell’ordine.

Al termine, il pullman dei tifosi di Pistoia è partito scortato fino allo svincolo, dopodiché l’aggressione è avvenuta: il mezzo, secondo le prime ricostruzioni, è stato seguito per alcuni chilometri da un gruppo che poi ha lanciato i sassi.
Il lancio è avvenuto nella zona dello svincolo di Contigliano (Rieti), sul tratto della superstrada Rieti-Terni. Il parabrezza è stato colpito alla parte anteriore, precisamente dove era seduto l’autista in seconda, che è rimasto ferito mortalmente.

La notizia ha suscitato forte sdegno in ambito sportivo e civile: Pistoia Basket 2000 ha dichiarato di aver “appreso con sgomento la notizia della morte” e si è detta “sconcertata per la dinamica” dell’accaduto.
Sebastiani Basket Rieti, pur essendo la squadra di casa, ha preso le distanze dall’episodio, definendolo un “fatto gravissimo che nulla ha a che vedere con lo sport”.
Il ministro per lo Sport ha definito l’atto “sconvolgente” e ha sottolineato che “chi compie gesti del genere non può essere considerato tifoso”.
Le autorità locali (Comune di Rieti, Comune di Pistoia) hanno parlato di “atto criminale” e “inspiegabile” e la polizia ha avviato indagini: ci sono già stati alcuni fermi di tifosi.

Questo episodio travalica la rivalità sportiva: siamo di fronte a violenza organizzata, premeditata, che ha provocato la morte di una persona. Il ruolo dello sport come comunità e aggregazione viene messo in ombra da comportamenti che ne tradiscono i valori di rispetto e fair-play.
Le conseguenze sono enormi: non solo per la famiglia della vittima, ma per tutti i tifosi, le società sportive, e il mondo del basket che rischia di essere stigmatizzato.
Da un punto di vista organizzativo-sportivo, rappresenta un allarme per la sicurezza in trasferta, l’accompagnamento dei tifosi, il rapporto tra forze dell’ordine e tifoserie.

Questa vicenda è una ferita profonda per lo sport, per la città di Rieti, per la comunità di Pistoia, e per tutto il mondo del basket. Non è solo la morte di un autista: è la sconfitta di un’idea di sport collettivo che si affida al rispetto, alla competizione sana, alla condivisione.
Le istituzioni sportive, le forze dell’ordine, le tifoserie e le società avranno il dovere — morale e concreto — di reagire. Perché un’altra morte in un contesto del genere non deve più ripetersi.

 

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