Consiglio europeo. Meloni: “L’Italia non prevede l’invio di propri soldati in territorio ucraino”

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AgenPress. Sull’Ucraina, la nostra posizione non cambia, e non può cambiare, davanti alle vittime civili, alle immagini delle città, delle case, delle stazioni elettriche e di stoccaggio del gas sistematicamente bombardate dai russi, con il solo e preciso intento di rendere impossibile la vita alla popolazione civile, che resiste eroicamente da quasi quattro anni a un conflitto su larga scala.

Lasciatemi notare che questo cinismo non si è fermato nemmeno di fronte ai convogli umanitari delle Nazioni Unite che trasportavano beni di prima necessità. Anche questi, la settimana scorsa, sono stati bersagliati senza alcun ritegno dai droni russi. Anche se la cosa, per ragioni a me oscure, non ha destato lo stesso moto di indignazione che abbiamo visto per altri scenari.

L’ho ripetuto a Volodymyr Zelensky a margine del Consiglio europeo informale di Copenaghen, e ancora al telefono qualche giorno fa: il nostro sostegno al popolo ucraino resta fermo, determinato, nell’unico intento di arrivare alla pace.

Tale pace deve però essere giusta, e non frutto della sopraffazione. Il che implica una soluzione equa, frutto di un percorso negoziale credibile, nel quale, chiaramente, nessuna decisione sull’Ucraina può essere presa senza l’Ucraina e nessuna decisione sulla sicurezza europea può essere presa senza l’Europa.

Assicurare la difesa dell’Ucraina è interesse dell’intera Europa perché, se venisse consentita l’invasione di una Nazione europea, dal giorno dopo nessuno potrebbe sentirsi veramente al sicuro da aggressioni esterne.

Per questo, contiamo di proseguire il lavoro che stiamo conducendo, insieme agli Stati Uniti – che, come ho sempre detto, devono essere parte integrante di questi sforzi – per definire garanzie di sicurezza robuste, credibili, efficaci nella loro chiaramente capacità di deterrenza, per Kiev e per tutti noi.

Deterrenza che si basa innanzi tutto sulla forza dell’esercito ucraino, che ad oggi è uno degli eserciti principali del Continente. Ma gli altri due perni su cui questa architettura di sicurezza si deve reggere, dal nostro punto di vista, prevedono una componente politica, con un meccanismo di assistenza modellato sull’articolo 5 del Patto Atlantico; e una componente di rassicurazione prevista dalla cosiddetta coalizione dei volenterosi.

Su quest’ultima però, lasciatemi nuovamente e nettamente ribadire la posizione del Governo: ciascuna Nazione contribuirà a questi sforzi nella misura in cui potrà e riterrà necessario. L’Italia ha già chiarito che non prevede l’invio di propri soldati in territorio ucraino.

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