AgenPress. In tema di sicurezza europea, le recenti violazioni dello spazio aereo europeo hanno dimostrato, una volta di più, l’attualità del percorso di rafforzamento della prontezza europea di fronte a possibili minacce.
Insieme agli altri Leader europei, discuteremo la proposta della Presidente della Commissione von der Leyen e dell’Alto Rappresentante, Kaja Kallas, su una Roadmap per la prontezza europea nella difesa, che raccoglie le proposte su come unire le forze degli Stati Membri per colmare alcune lacune nella nostra capacità difensiva. La Commissione, inoltre, proporrà alcuni progetti di interesse europeo, i cosiddetti “Flagship projects”.
In questo quadro l’Italia intende soprattutto ribadire l’importanza di assicurare che questi progetti siano mirati a garantire la sicurezza di tutti i Paesi dell’Unione. È evidente, ad esempio, che tutti i confini dell’Alleanza hanno la stessa rilevanza, e che la prontezza europea nella difesa deve essere sviluppata a 360°. Tutti conosciamo e supportiamo la necessità di proteggere il fianco Est dell’Europa e della NATO ma non possiamo consentire che si perda di vista il fianco meridionale dell’UE: la sicurezza dei confini esterni dell’Alleanza è indivisibile. Dobbiamo essere pronti anche di fronte alle minacce alla nostra sicurezza portate dai conflitti e dall’instabilità nel Medio Oriente, in Libia, nel Sahel, nel Corno d’Africa. Sappiamo che i nostri competitor sono molto attivi anche in questi quadranti, così come conosciamo molto bene i rischi che possono derivare dal terrorismo e dalla strumentalizzazione delle migrazioni.
Il ministro Guido Crosetto, che ringrazio, è stato molto chiaro su questo punto durante l’ultima riunione dei ministri della Difesa della UE.
Intanto, l’Italia ha già cominciato il percorso di rafforzamento della sua difesa, aderendo ai finanziamenti agevolati previsti da SAFE (Security Action for Europe), con l’assegnazione di 14,9 miliardi di euro.
Il che ci consente, come abbiamo annunciato e come dimostra la legge di bilancio, di rafforzare la nostra difesa senza distogliere un solo euro dalle altre priorità che il Governo si è dato.
È ora in corso un attento lavoro di selezione dei progetti per i quali sarà utilizzato questo strumento, con un’attenzione particolare a massimizzare lo sviluppo dell’industria della difesa nazionale e le ricadute occupazionali sull’Italia, così come allo sviluppo di strumenti dual use, che abbiano, cioè, una utilità tanto militare quanto civile.
Un altro importante passaggio è l’adozione del Regolamento EDIP (European Defence Industry Program), il programma europeo di sviluppo per l’industria della difesa che prevede un sostegno europeo di 1,5 miliardi di euro.
L’Italia ha seguito con molta attenzione questo negoziato, riuscendo a ottenere che fosse mantenuto l’equilibrio tra la volontà di rafforzare l’autonomia strategica europea e la necessità di consentire alle nostre industrie della difesa di continuare a rifornirsi anche di componentistica da altri mercati, al fine di non creare divari competitivi con altri partner europei.
Su un piano più ampio, il rafforzamento della difesa richiede tuttavia soluzioni finanziarie ancora più ambiziose. Chiediamo fin d’ora di aprire un dibattito sulla possibilità di rendere permanente la flessibilità del Patto di stabilità e crescita, con riferimento agli investimenti in questo settore.
In parallelo, come abbiamo sostenuto fin dal primo momento, la mobilitazione dei capitali privati è essenziale per sostenere un’accelerazione degli investimenti.
Il che implica, a nostro avviso, il completamento dell’Unione dei mercati dei capitali a livello UE e un ruolo più profilato per la Banca europea per gli investimenti.
In ultimo, sempre in materia di difesa, per l’Italia è molto chiaro che il ruolo centrale in tutto questo processo rimane quello degli Stati Membri, che ricordo avere competenza esclusiva in termini di sicurezza nazionale. Sono e devono rimanere gli Stati Membri i decisori in questo percorso.