AgenPress. Il Consiglio ha imposto oggi misure restrittive su altre 41 navi che fanno parte della “flotta ombra” russa di petroliere e contribuiscono alle entrate energetiche della Russia.
Queste 41 navi vengono quindi aggiunte all’elenco di quelle soggette a divieto di accesso ai porti e di fornitura di un’ampia gamma di servizi relativi al trasporto marittimo. Questa misura è destinata a colpire le petroliere extra-UE che fanno parte della flotta ombra di Putin eludendo il meccanismo del tetto massimo del prezzo del petrolio o che sostengono il settore energetico russo, o le navi responsabili del trasporto di equipaggiamento militare per la Russia o coinvolte nel trasporto di grano e beni culturali ucraini rubati dall’Ucraina.
La decisione odierna, che porta il totale delle navi designate a quasi 600, è strettamente legata alle recenti decisioni del Consiglio di elencare nove navi che attivano la flotta ombra e di adottare una dichiarazione dell’UE e dei suoi Stati membri sul pieno utilizzo del quadro normativo internazionale del mare in relazione alle minacce provenienti dalla “flotta ombra” e alla protezione delle infrastrutture sottomarine critiche.
L’ UE resta pronta a intensificare la pressione sulla Russia e sulla catena del valore della sua flotta ombra , anche adottando ulteriori sanzioni.
In risposta all’aggressione militare della Russia contro l’Ucraina nel febbraio 2022, l’UE ha ampliato notevolmente le sanzioni contro la Russia, con l’obiettivo di indebolire significativamente la base economica del Paese, privandolo di tecnologie e mercati essenziali e riducendone significativamente la capacità di condurre una guerra.
Nelle sue conclusioni del 19 dicembre 2024, il Consiglio europeo ha ribadito la sua ferma condanna della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, che costituisce una palese violazione della Carta delle Nazioni Unite, e ha ribadito l’impegno incrollabile dell’Unione a fornire un continuo sostegno politico, finanziario, economico, umanitario, militare e diplomatico all’Ucraina e al suo popolo.
Finché le azioni illegali della Federazione Russa continueranno a violare le norme fondamentali del diritto internazionale, tra cui, in particolare, il divieto di uso della forza sancito dall’articolo 2(4) della Carta delle Nazioni Unite, e del diritto internazionale umanitario, è opportuno mantenere in vigore tutte le misure imposte dall’UE e adottare misure supplementari, se necessario.
