Mes. Di Maio, ci è stato regalato da Salvini e Meloni. Senza chiarezza non approviamo niente

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Agenpress – “Salvini e Meloni sono quelli che ci hanno regalato il Mes, perché la prima negoziazione sul Mes, che esiste già ed è operativo purtroppo, parte con il governo Berlusconi nel 2010-2011”.

Lo ha detto il ministro degli Esteri Luigi Di Maio a margine del Comitato Schengen rispondendo agli attacchi dell’opposizione.

“Noi stiamo affrontando la riforma del Mes per migliorare uno strumento che loro hanno contribuito a istituire, il fondo salva-Stati che invece di salvare gli Stati ha strangolato gli Stati”, ha aggiunto soddisfatto dell’accordo di maggioranza  secondo “una logica di pacchetto” ma ribadisce che per quanto riguarda l’approvazione della riforma “finché non avremo un quadro chiaro della situazione non si firma e non si approva niente”.

Abbiamo ottenuto, ha detto, che prima dei prossimi passaggi sul Mes a gennaio o febbraio “si torni in Parlamento e che questo venga pienamente coinvolto. E anche questo è dentro la risoluzione” di maggioranza. “L’Italia deve essere sicura al 200% e come ministro degli Esteri mi accerterò di questo prima di qualsiasi firma”.

Sul Mes “è evidente che noi avevamo chiesto tre cose importanti: la prima è che non possiamo mettere i soldi in banca degli italiani, per usare una metafora, senza aver letto tutte le carte, quindi logica di pacchetto. Finché non avremo il quadro chiaro della situazione non si firma e non si approva nulla. La logica di pacchetto è dentro la risoluzione di maggioranza che voteremo oggi in Parlamento”, ha spiegato Di Maio a margine del comitato Schengen.

“La seconda cosa importante che avevamo chiesto è che prima dei prossimi passaggi sul Mes che ci saranno a gennaio o febbraio, dipenderà dalle date, si ritorni in Parlamento e venga coinvolto pienamente il Parlamento. E anche questo è dentro la risoluzione”, ha proseguito Di Maio. “Poi ci sono dei dettagli tecnici che riguardano l’unione bancaria che ci preoccupano, quindi abbiamo messo clausole importanti che riguardano tecnicismi che non vadano a vantaggio di altri Paesi”.

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