Banche: 4 milioni di italiani in Comuni senza filiali

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AgenPress. Il fatto che oltre 4 milioni di italiani (in 3.062 Comuni) non abbiano a disposizione una banca nel proprio Comune di residenza, come emerge dalla ricerca della Federazione Autonoma Bancari Italiani (Fabi), rappresenta un fatto grave ma a cui purtroppo nessuno fa più caso: per questo, dovrebbe rappresentare uno dei temi della prossima campagna elettorale, in luogo delle assai meno interessanti spartizioni di poltrone in voga in questi giorni.

Se il 7% della popolazione totale non ha a disposizione una banca nel Comune di residenza, se in meno di 10 anni le banche italiane hanno chiuso 11.231 sportelli, se gli squilibri sul territorio nazionale sono così marcati da Regione a Regione, penalizzando in genere il Sud (che ha anche più problemi nell’accesso a internet), diventa evidente che non si può continuare a lasciare completamente carta bianca agli istituti di credito e alle loro scelte di investimento, pena la desertificazione e l’abbandono dei territori e dei piccoli Comuni: un problema già visto con gli uffici postali, e che mette a rischio soprattutto le fasce di residenti più anziane e in difficoltà.

È impossibile pretendere che tutti, a prescindere dall’età e dalle condizioni di salute, possano sfruttare la digitalizzazione dei canali bancari e per questo è ancora più necessario garantire presidi sul territorio: una questione che la politica dovrà affrontare, garantendo un servizio pubblico essenziale e non rinunciabile nei anche nei centri piccoli e medi del Paese.

“Le famiglie hanno bisogno di prestiti, mutui, di un circuito del credito efficace e legale, di presenza sul territorio concreta e attenta ai bisogni delle fasce più deboli degli utenti; non hanno certo bisogno di questa pioggia di prodotti finanziari e assicurativi che gli viene proposta per una malintesa idea della funzione delle banche, mentre le filiali fisiche spariscono dai piccoli Comuni e dai territori meno ‘remunerativi’” dichiara il presidente Carlo Rienzi.

“Al nuovo governo il compito di restituire valore alla nostra terra: i  territori locali sono il patrimonio culturale più importante del nostro Paese e il rilancio della nostra economia, dopo l’emergenza sanitaria, non può che partire dai piccoli gioielli del nostro Paese. Dopo troppi anni di abbandono e incuria la politica, specie in vista delle prossime elezioni, deve saper tradurre il patrimonio immenso di cultura, saperi, inventiva e bellezza che caratterizza la nostra terra in opportunità concrete, reali e tangibili, per le comunità e i territori”.

 

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