Agenpress – Colpisce l’ostinazione nel volersi occupare di tutto quello che non serve o serve a poco. Colpisce l’ostinazione di impiegare giornate intere, una dietro l’altra tutte uguali, a parlare di fantomatici piani Irpef (come si coprono le eventuali riduzioni fiscali?) o addirittura di redivivi bonus “elevati” da 80 a 100 euro.
Siamo molto oltre la soglia della propaganda politica. Sconfiniamo nel campo di “oggi le comiche”. Soprattutto, non perdiamo il vizio di alimentare aspettative a cui non crede più nessuno.
Diciamo che appena torniamo a respirare cominciamo a inseguire il consenso, c’è sempre un voto nell’urna da strappare, senza renderci conto che chi sta meglio è convinto di avere poco e chi ha poco non ha più voglia di essere preso in giro. Il bonus da 80 euro di renziana memoria è il primo simbolo del populismo di governo in economia infinitamente meno dannoso di ciò che è venuto dopo.
Vale a dire reddito di cittadinanza e quota 100 che non “aboliscono la povertà”, ma in compenso scassano il bilancio pubblico e fanno cadere una delle due clausole di salvaguardia del debito pubblico italiano che è la riforma Fornero delle pensioni (l’altra è il risparmio privato).
Possibile che nessuno si accorge che lo spread italiano è ritornato a quota 160, punto più punto meno in zona Grecia, mentre la Spagna è a 68 e il Portogallo a 63? La crescita non si vede e lo spread a 130 neppure. Potrà scendere il debito in rapporto al pil?
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