Papa: “Una vecchiaia che si consuma nell’avvilimento delle occasioni mancate, porta avvilimento per sé e per tutti”

AgenPress. La vecchiaia, spiega il Papa, è momento propizio “per la testimonianza commossa e lieta” dell’attesa di Cristo, perché “l’anziano e l’anziana sono in attesa, in attesa di un incontro”.

E se in questa stagione della vita “le opere della fede, che avvicinano noi e gli altri al regno di Dio”, perdono “la potenza delle energie, delle parole, degli slanci della giovinezza e della maturità”, “proprio così rendono ancora più trasparente la promessa della vera destinazione della vita: un posto a tavola con Dio, nel mondo di Dio”.

Una vecchiaia che si consuma nell’avvilimento delle occasioni mancate, porta avvilimento per sé e per tutti. Invece, la vecchiaia vissuta con dolcezza, vissuta con rispetto per la vita reale scioglie definitivamente l’equivoco di una potenza che deve bastare a sé stessa e alla propria riuscita. Scioglie persino l’equivoco di una Chiesa che si adatta alla condizione mondana, pensando in questo modo di governarne definitivamente la perfezione e il compimento.

Quando ci si libera dalla presunzione di poter essere sempre perfetti e in salute, energici e pienamente riusciti, “il tempo dell’invecchiamento che Dio ci concede”, chiarisce il Papa, “è già in sé stesso una di quelle opere ‘più grandi’” che Gesù ci promette che compiremo, oltre a quelle stesse da lui compiute, se crediamo in lui.

La nostra vita non è fatta per chiudersi su sé stessa, in una immaginaria perfezione terrena: è destinata ad andare oltre, attraverso il passaggio della morte. Perché la morte è un passaggio. Infatti, il nostro luogo stabile, il nostro punto d’arrivo non è qui, è accanto al Signore, dove Egli dimora per sempre.

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