Sentenza Vannini: pena corretta sotto il profilo normativo, ma insufficiente a dare giustizia alle vittime

AgenPress. Sulla sentenza d’appello bis che ha visto Antonio Ciontoli condannato a 14 anni di carcere e i familiari a 9 per l’omicidio di Marco Vannini, interviene l’avvocato Elisabetta Aldrovandi, presidente dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime:

Elisabetta Aldrovandi, presidente dell’Osservatorio Nazionale Sostegno Vittime

“Può sembrare una condanna lieve, per una morte così assurda e insensata. Ma in base alle nostre leggi, di più non era possibile. Ciò che più lascia perplessi e pone qualche dubbio sulla reale efficienza ed efficacia sanzionatoria del nostro sistema penale, è che questi 14 e 9 anni probabilmente si ridurranno parecchio, in sede di esecuzione della pena, poiché, in presenza di determinati presupposti sarà possibile ottenere una liberazione anticipata di 90 giorni per ogni anno di pena.

In pratica, la condanna potrà essere ridotta di un terzo. E alla fine,” prosegue Aldrovandi “saranno pochi gli anni scontati effettivamente in carcere, anche se si auspica che quei pochi saranno realmente riabilitativi e rieducativi.

C’è tanto da fare per raddrizzare le storture normative che impediscono alle vittime e ai loro familiari di avere Giustizia. Per questo”, conclude l’avvocato “non bisogna smettere di combattere. Per tutte le vittime come Marco, e per tutti i genitori come Marina e Valerio.

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