Si dimette direttrice Amnesty Ukraine dopo rapporto contro Kiev. Amnesty International aiuta propaganda russa

AgenPress – Si dimette la responsabile ucraina di Amnesty International accusando un rapporto pubblicato nei giorni scorsi, secondo il quale le forze armate ucraine hanno messo a repentaglio la vita dei civili, di aiutare la “propaganda russa”.

I rappresentanti di Amnesty International, scrive sulla sua pagina Facebook Oksana Pokalchuk, responsabile di Amnesty Ucraina, “si sono rivolti al Ministero della Difesa chiedendo una reazione, ma hanno dato pochissimo tempo per rispondere. Di conseguenza, anche se a malincuore, l’organizzazione ha creato materiale che suonava come sostegno alle narrazioni russe. Cercando di proteggere i civili, questo studio invece è diventato uno strumento di propaganda russa”.

Oksana Pokalchuk ha affermato di aver cercato di dissuadere l’organizzazione dal pubblicare il rapporto così come è stato pubblicato. “Questa è un’altra perdita che la guerra mi ha procurato”. Tutto si è schiantato contro il muro della burocrazia e di una sorda barriera linguistica sorda – si legge nel post – Se non vivi in un Paese occupato da invasori che lo stanno facendo a pezzi, probabilmente non capisci cosa significhi condannare un esercito di difensori”. “Dall’inizio dell’aggressione su larga scala, non abbiamo smesso di sottolineare le violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario internazionale commesse dalla Russia, il Paese aggressore – assicura ancora la direttrice dimissionaria – Documentiamo accuratamente queste violazioni, che costituiranno la base di numerosi procedimenti legali e contribuiranno ad assicurare i responsabili alla giustizia”.

Nel testo del Rapporto, Amnesty International afferma che le forze ucraine hanno messo in percolo la popolazione civile: le basi militari allestite in aeree residenziali, comprese scuole e ospedali, violerebbero il diritto internazionale umanitario e metterebbero in pericolo i civili senza un valido motivo.

“È una vergogna che un’organizzazione come Amnesty International stia partecipando a questa campagna di disinformazione e propaganda”, ha detto Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Zelensky. Anche lo stesso presidente ha commentato il rapporto di Amnesty. “Un’operazione tesa a screditare le forze ucraine, che rischia invece di giustificare gli attacchi indiscriminati di Mosca”, ha affermato Zelensky. “Oggi abbiamo visto un rapporto che purtroppo cerca di amnistiare lo Stato terrorista e di spostare la responsabilità dall’aggressore alla vittima. E se qualcuno scrive un rapporto in cui la vittima e l’aggressore sono presumibilmente uguali in qualcosa, se vengono analizzati alcuni dati sulla vittima e viene ignorato ciò che l’aggressore stava facendo in quel momento, questo non può essere tollerato. Non c’è nessuna condizione, nemmeno ipotetica, per cui qualsiasi attacco russo all’Ucraina diventi giustificato. Se pubblicate tali rapporti manipolativi, allora dovete condividere con loro la responsabilità della morte delle persone”, ha aggiunto. Per il filosofo Bernard Henry Levy è “come accusare la resistenza francese di aver combattuto nelle strade di Parigi nell’agosto del 1944. È un mix di stupidità e di cinismo. Vuol dire fare il gioco di Putin”.

La Russia ha invece reagito con elogi e rivendicazioni al controverso rapporto di Amnesty. Mosca ha utilizzato il rapporto di Amnesty per rivendicare le sue affermazioni secondo cui gli attacchi contro i civili ucraini sono in realità organizzati dalle forze di Kyiv. Alla televisione di stato pro-Cremlino, il presentatore Yevgeny Popov ha elogiato Amnesty, evidenziando che “anche loro” stanno iniziando a riconoscere i crimini presumibilmente commessi da Kyiv. “Secondo Amnesty International, le forze armate ucraine stanno facendo ciò di cui abbiamo parlato per così tanto tempo”, ha invece scritto su Telegram il popolare blogger militare russo Ribar.

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