Tim. Concluso il CDA. Kkr, offerta “amichevole” a 50 cent per azione. Vivendi nega proposte alternative

AgenPress –  Kkr ha presentato a Tim una manifestazione d’interesse “non vincolante e indicativa” per un’offerta pubblica di acquisto sul 100% delle azioni “volta al delisting”. E’ stata qualificata da KKR “amichevole”. Il prezzo indicato da pagare interamente per cassa “sarebbe pari a 0,505 euro”. Lo si legge in una nota diffusa al termine del Cda 

“Vivendi nega fermamente di aver avuto discussioni con qualsiasi fondo, e più specificamente, con Cvc” per una eventuale offerta pubblica di acquisto su Tim, in risposta alla proposta di Kkr,  fa sapere un portavoce della media company francese, primo azionista di Tim, con il 24% circa del capitale.

“Vivendi ribadisce la propria disponibilità e volontà a collaborare con le autorità e le istituzioni pubbliche italiane per il successo a lungo termine di Tim” dice il portavoce sottolineando che “Vivendi è un investitore di lungo termine in Telecom Italia e lo è stato fin dall’inizio”.

Il governo, con l’eventuale ingresso in Tim di un altro investitore estero come il fondo statunitense Kkr, potrebbe esercitare il ‘golden power’ per tutelare la rete, l’asset più strategico e di valore della compagnia telefonica. A questo proposito, Palazzo Chigi sarebbe pronto a varare una sorta di supercomitato di ministri e superesperti per esaminare questa possibilità.

Tra i nomi ipotizzati, ci sarebbero quelli del ministro dell’Economia Daniele Franco, del ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, il ministro dell’Innovazione Digitale, Vittorio Colao, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Francesco Gabrielli, e gli economisti e consulenti  del governo Francesco Giavazzi, Roberto Garofoli e Giuseppe Chine’.

Il fondo Kkr è già azionista di FiberCop, la società in cui Telecom Italia ha spostato l’ultimo miglio della rete telefonica. Il fondo Usa punterebbe all’acquisizione dell’intero gruppo e, secondo quanto riporta il Corsera, sarebbe disponibile a lanciare un’offerta pubblica sull’intero capitale del gruppo, anche grazie al fatto che le azioni sono al momento ai minimi storici. Venerdì a piazza affari, nonostante la chiusura in controtendenza con un aumento del 3,65%, l’azione veniva quotata a 0,3465 euro.

Circa 430 miliardi di dollari in gestione, 109 società in portafoglio e oltre 240 miliardi di dollari di ricavi l’anno. Sono i numeri del fondo Kkr. Il piano per Tim, al vaglio del Cda odierno, secondo quanto si apprende, prevederebbe un “modello Terna” (o Snam) da replicare anche per la rete di tlc: separare la divisione che fornisce i servizi alla clientela dalla rete che diventerebbe un asse regolato, basato sul meccanismo della Rab, che garantisce parità di accesso a tutti gli operatori. In Europa, Kkr è il maggiore azionista dell’editore tedesco Axel Springer, in Spagna, assieme ad altri fondi, possiede il quarto operatore telefonico nazionale MasMovil.

Due gli investimenti in Italia: il principale è quello relativo a Fibercop, la società a cui Tim ha conferito l’ultimo miglio della rete. Il fondo a stelle e strisce ha messo sul piatto 1,8 miliardi di euro per aggiudicarsi il 37,5% della società infrastrutturale controllata da Tim e partecipata anche da Fastweb. L’accordo dell’ingresso di Kkr, annunciato ad agosto 2020, si è perfezionato lo scorso aprile. L’altro investimento del gruppo Usa nel nostro Paese è la Cmc Machinery, azienda umbra di Città di Castello gestita dalla famiglia Ponti, principale produttore di soluzioni di packaging automatizzate in Italia.

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