Studi legali, Cbre: a Milano un business da 110 mln

Agenpress. Un business da oltre 100 milioni di euro l’anno. Tanto vale, sulla piazza milanese, il mercato immobiliare degli studi legali: sedi storiche e di prestigio in pieno centro, auditorium per organizzare gli eventi “in loco” senza dover esternalizzare l’attività convegnistica. Prezzo? Circa 500-600 euro a metro quadro per un’ampiezza media pari a due mila metri quadrati.

E’ quanto emerge dal rapporto stilato da Cbre, società di consulenza immobiliare, dal titolo “Law in Milan” che ha valutato l’andamento del mercato negli ultimi anni. Negli ultimi dieci anni, sono stati messi in affitto 72.400 metri quadrati, con il 54 per cento dei contratti siglati dagli studi italiani e il restante 46% da law firm internazionali.

La maggior parte degli affitti sono stati chiusi tra il 2014 e il 2017 (56%), ma anche l’ultimo anno ha visto diverse novità dal punto di vista delle sedi degli studi legali, basti pensare a Clifford Chance, Gattai Minoli Agostinelli & Partners, Legance solo per citarne alcuni. Ed è emersa, da parte di tutti, la ricerca di una nuova concezione degli spazi, più a misura delle esigenze di coordinamento degli avvocati che non basata esclusivamente sulla differenza “di grado” tra colleghi.

Stefania Campagna, Head of Advisory & Transaction Services Office Milan di CBRE Italy:“In Italia, e soprattutto in città come Milano, c’è un grandissimo focus sugli studi legali in quanto occupano spazi nel cuore delle città, tendenzialmente nel Business District Center, e prestano particolare attenzione a un elevato standing degli edifici. Negli ultimi anni c’è stato molto fermento nel settore e alcuni studi legali, soprattutto quelli a matrice internazionale rispetto ai locali, hanno iniziato a mettere in atto politiche dello spazio più simili a quelle delle grandi multinazionali: anche a Milano, il trend è rendere lo spazio normalmente usato dall’avvocato più adatto al cliente, come avviene più di frequente nelle società finanziarie. L’agile nel settore legale non è un’utopia, comunque, nel nostro Paese: dalla prima edizione del report Law in Milan, prodotto da CBRE Italy lo scorso anno, è chiaramente emersa l’intenzione dei principali studi legali a muoversi in questa direzione nei prossimi anni, soprattutto sotto la spinta dei Millennial e con l’obiettivo di trattenere i talenti”.

Per quanto riguarda gli altri Paesi europe il Regno Unito guida il trend di implementazione di strategie di agile working: è quanto emerge dal Law in EMEA, sempre di CBRE.

In particolare, Londra detiene la percentuale più alta di studi legali che offrono, in qualche modo, spazi agile (60%) (per spazi agile si intendono quegli spazi in grado di rendere il lavoro flessibile, orari. Spazi quindi che non comportano staticità) seguita da Dublino (50%), Edimburgo (25%), Manchester (12,5%) e Bruxelles (12,5%). Tuttavia, in tutta l’area geografica presa in analisi, l’89% degli spazi usati da studi legali si basa ancora su postazioni fisse per il personale e uffici chiusi.

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