Agenpress – Mancava il numero legale nella votazione di ieri al Senato sulla fiducia al dl elezioni e per questo motivo la votazione si ripeterà oggi. A riferirlo fonti parlamentari che sottolineano come si sia trattato di un errore tecnico, ovvero nel computo dei congedi. Sono stati allertati tutti i senatori. In particolare, quelli che hanno lasciato Roma e sono tornati a casa sono stati richiamati.
Giovedì sera il voto di fiducia del Senato sul cosiddetto “decreto elezioni” è stato annullato per un errore tecnico e dovrà essere ripetuto oggi. Al momento del voto erano presenti in Senato 149 parlamentari, ma il numero legale necessario per ratificare il voto è stato ricalcolato, successivamente alla votazione, in 150 presenze. Un caso estremamente raro e che una situazione simile si era verificata l’ultima volta nel 1989.
Dei 149 presenti, 145 avevano votato a favore del decreto, mentre i contrari erano stati soltanto i senatori Emma Bonino e Matteo Richetti. Le opposizioni avevano deciso di non partecipare al voto, proprio con l’intenzione di far mancare il numero legale. Dopo un primo momento in cui sembrava che il voto fosse valido e il governo avesse quindi ottenuto la fiducia, ci sono state molte proteste delle opposizioni guidate dal senatore Roberto Calderoli, esperto di regolamenti e “tattiche” parlamentari. La presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati ha comunicato allora che a seguito del ricalcolo del numero legale il voto era da considerarsi nullo e andava ripetuto.
“Sono profondamente amareggiata di quanto accaduto, non c’ero io ma mi assumo le mie responsabilità. C’è stato un errore non imputabile a nessuno. Ho appreso ieri sera alle 20,45 che c’era stato questo problema. Mi si può dire tutto ma che si imputi alla Presidenza un errore informatico mi pare eccessivo. Chiedo scusa ma non posso rimproverarmi nulla. Poi se mancava una maggioranza non è attribuibile alla Presidenza”.
“Per quanto accaduto ieri, cosa di cui mi dolgo, è necessario annullare la proclamazione del voto di ieri e quindi procedere a un nuovo voto sulla questione di fiducia”.
“Dai conteggi che abbiamo fatto e verificato – spiegava in serata il vicepresidente del senato Roberto Calderoli – il numero legale era 150. Invece i votanti sono stati 149 e quindi non c’era il numero legale e la votazione va annullata e ripetuta. Fermo restando che se non c’è una maggioranza parlamentare a sostegno del governo vuol dire che il governo non c’è”.
Il “decreto elezioni” prevede l’accorpamento a settembre in una sola giornata delle elezioni amministrative e regionali e del referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari.