AgenPress. “Un atto terroristico”: così il cardinale Leopoldo José Brenes, arcivescovo di Managua, ha definito l’attentato compiuto ieri contro la Cattedrale della capitale nicaraguense.
Un uomo incappucciato, secondo alcuni testimoni, ha lanciato una bomba molotov nella cappella del Sangue di Cristo all’interno della Cattedrale, provocando un incendio che, tra l’altro, ha bruciato un crocifisso di circa quattro secoli. L’incendio è stato domato in tempi abbastanza rapidi. Non ci sono stati feriti, ma l’attacco ha profondamente colpito la comunità cattolica.
Un comunicato dell’Arcidiocesi afferma che si tratta di “un atto premeditato e pianificato, compiuto da una persona esperta”. Il crocifisso – si sottolinea – “è stato bruciato nella sua interezza da un dispositivo non ancora identificato”. Si esclude in modo deciso, come invece affermato da alcuni, “l’ipotesi di un incendio accidentale” in quanto nell’area dell’attacco non ci sono candele. L’Arcidiocesi parla di una “deplorevole azione” che “offende e ferisce profondamente” tutti i cattolici perché l’immagine di questo crocifisso “è una delle più amate e venerate dai fedeli” nicaraguensi.