AgenPress – Sono 34 i suicidi che hanno avuto luogo dall’inizio del 2020 fino al primo agosto (l’anno scorso in questo periodo erano stati 26, quando la popolazione reclusa era di varie migliaia di unità in più).
In circa il 60% dei casi si tratta di italiani e nel 40% di stranieri. Il 20% di loro aveva fra i 20 e i 29 anni (i due più giovani ne avevano solo 23), il 43% ne aveva fra i 30 e i 39, per entrambe le fasce d’età 40-49 e 50-59 troviamo il 17% dei suicidi, il detenuto più anziano aveva 60 anni. Il 40% dei suicidi è avvenuto in un istituto del nord Italia, il 36% al sud e il 23% al centro; in tre istituti sono avvenuti due suicidi: Como, Napoli Poggioreale e Santa Maria Capua Vetere. A gennaio, marzo e aprile sono avvenuti 9 suicidi (3 per ciascun mese), a febbraio e a luglio ne sono stati commessi 12 (6 per ciascun mese) mentre a maggio e a giugno ne sono avvenuti rispettivamente 4 e 5.
Il metodo prevalente per togliersi la vita è rimasto quello tragico dell’impiccagione (ben 26 persone). Nel 2019 sono stati 53 in totale i suicidi negli istituti penitenziari italiani per un tasso di 8,7 su 10.000 detenuti mediamente presenti, a fronte di un tasso nel paese di 0,65 suicidi su 10.000 abitanti. In carcere nel 2019 ci si è tolti la vita 13,5 volte di più che all’esterno.