AgenPress. In Italia mancano le persone che lavorano sui numeri. Ci sono enclavi importanti, la Banca d’Italia prima di tutte, ma il metodo comparativo-competitivo fa fatica a guadagnare terreno nella pubblica opinione e, tanto meno, a dettare l’agenda della politica. Che preferisce glissare dicendo spesso senza impallidire che non capisce di numeri quasi che possa esistere la politica senza misurarsi con le regole algebriche dell’economia e della finanza se vuole provare a soddisfare i bisogni delle persone e favorire la crescita delle attività produttive.
La verità è che sfuggendo ai numeri e a quello che raccontano si possono “vendere” molte favole interessate e continuare a fare clientele e soprusi di ogni tipo. La domanda da un milione di punti è una sola: perché non cresce l’Italia? La risposta è secca: ha smarrito il suo Mezzogiorno. Poi ci sono tante altre sotto-domande: perché non fa le riforme strutturali? Come è stato possibile abolire il Mezzogiorno dalla spesa pubblica produttiva? Perché continua a imperare una pubblica amministrazione che sforna leggi inattuabili e non risponde a nessuno del suo operato? Perché la giustizia tutta – penale, civile, amministrativa, contabile – anche se ha la stragrande maggioranza dei magistrati che sono persone di assoluto valore, non riscuote più la fiducia dei cittadini e è ritenuta in Europa la grande malata italiana?
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