Le catene del valore globale hanno bisogno di una dimensione nazionale con un circuito integrato Nord-Sud che alimenta consumi interni e custodisce le posizioni di mercato italiane a livello internazionale, non di “fenomeni” in casa che sono trattati fuori casa come chef più o meno stellati nelle cucine tedesche o francesi in balia dei loro capricci
AgenPress. La stabilità del fenomeno di estrazione strutturale di risorse pubbliche da un’area a favore dell’altra dura da almeno venti anni e misura la dimensione quantitativa e qualitativa del problema competitivo italiano.
Questo macro fenomeno certificato dai conti pubblici territoriali di anno in anno è il frutto avvelenato di un federalismo fiscale all’italiana che ha trasferito la governance della spesa sociale e in conto capitale nelle mani dei governatori tosco-emiliani della cosiddetta Sinistra Padronale e dei governatori lombardo-veneti a trazione leghista in un luogo di consultazione (Conferenza Stato-Regioni) trasformato in un luogo decisionale dove i diritti di cittadinanza di una parte del Paese e le ragioni equilibrate di sviluppo dell’economia nazionale sono puntualmente calpestati.
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